La sentenza
La Cassazione rinvia Appendino in appello per i fatti di piazza San Carlo. Ma solo per il ricalcolo della pena
L'ex sindaca di Torino era stata condannata a 18 mesi. Adesso la pena sarà ricalcolata ma gli ermellini hanno anche dichiarato "irrevocabile" la responsabilità penale dell'ex prima cittadina per tutti i capi di imputazione. Lo sfogo della deputata: "Sindaci capro espiatorio di tutto. Chisarà ancora disposto a mettersi a disposizione della sua comunità ?
Ci sarà un nuovo processo d' appello per l'ex sindaca di Torino e deputata del M5s, Chiara Appendino per i fatti di piazza San Carlo. Lo hanno stabilito i giudici della IV sezione penale della Corte di Cassazione. Il nuovo processo però servirà soltanto a ricalcolare la pena riducendola. I giudici infatti hanno dichiarato "irrevocabile" la responsabilità penale dell'ex sindaca per tutti i capi di imputazione. Appendino era stata condannata a 18 mesi di reclusione in primo grado e in appello nel procedimento in cui si ipotizzano, a seconda delle posizioni, i reati di disastro, omicidio e lesioni tutti in forma colposa. Appendino ha commentato su Facebook la sentenza: "Non posso nascondervi un senso di amarezza". I fatti risalgono al giugno 2017, quando Appendino sedeva sulla poltrona più importante di palazzo Civico e, durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, in piazza San Carlo si scatenò il panico, con un bilancio finale di due vittime e oltre 1.500 feriti.
La sentenza ricalca le richieste del procuratore generale della Cassazione che aveva chiesto proprio l'annullamento della sentenza di appello con rinvio solo per il ricalcolo della pena perché le responsabilità dell'ex sindaca sarebbero invece chiare: "Siamo di fronte a una negligenza enorme. Al sindaco la legge affida dei poteri per intervenire. I tifosi affluivano con le borse termiche sin dalla mattina, perché ciò non era vietato?". Un'interpretazione contestata dall'avvocato della deputata 5 stelle Luigi Chiappero, soprattutto per l'assoluzione, in un processo parallelo, dell'ex questore di Torino Angelo Sanna. "Abbiamo portato in giro una immagine di Torino che non c'è", ha detto il legale ai giudici. "Si ricordi che giustamente è stato assolto il questore, ed è stato archiviato il prefetto. L'ordinanza per la sicurezza fu esemplare e non ha i presupposti per arrivare fin qui. La responsabilità vera è di coloro che fecero scoppiare il panico, con il tentativo di rapina e l'uso dello spray urticante". Una requisitoria che non ha convinto il collegio giudicante. Adesso, dopo il ricalcolo della pena, per l'ex sindaca (ma anche vicepresidente del M5s) si aprirà una questione politica. Si autosospenderà dal Movimento? Intanto sempre via sociale Appendino fa le sue prime riflessioni: "Da questo processo emerge infatti che l’unico ente ritenuto responsabile per quegli incidenti è il Comune (e io in quanto Sindaca), mentre tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo nell’organizzazione e nella gestione della pubblica sicurezza, ovvero Questura e Prefettura, sono stati archiviati o assolti nei vari gradi di giudizio. È uno squilibrio che faccio fatica a comprendere ed accettare: il Comune e i sindaci non possono continuare a essere il capro espiatorio di tutto. La domanda che mi pongo è: chi, a fronte di questo precedente, sarà ancora disposto a mettersi a disposizione della sua comunità come primo cittadino? Ciò che auspico è che su questo punto si possa avviare una sana riflessione fra tutte le forze politiche e il governo".