in parlamento
Il Senato approva in prima lettura la riforma del premierato: 109 voti favorevoli
A Palazzo Madama l'ok alla riforma costituzionale: maggioranza compatta. Meloni: "Primo passo per mettere fine ai giochi di palazzo". Critiche le opposizioni. Boccia (Pd): "Non riescono a governare e cambiano la Costituzione"
L'aula del Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge sul premierato, con 109 voti favorevoli, 77 contrari e un astenuto. L'approvazione arriva con 7 voti in meno rispetto alla composizione della maggioranza (116 senatori). Dopo l'ok in prima lettura da parte di Palazzo Madama il testo di riforma costituzionale passa ora alla Camera. Oggi sul Foglio abbiamo raccontato come l'approvazione in prima lettura della riforma costituzionale fosse molto sentita dalla premier Giorgia Meloni, che ha chiesto alle truppe di maggioranza di presenziare in blocco, evitando incertezze o assenze dell'ultim'ora. Non a caso la presidente del Consiglio ha prontamente festeggiato l'approvazione. "La riforma sul premierato passa in Senato. Un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre Istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati", ha scritto sui suoi social
L'ok, peraltro, arriva nel giorno in cui le opposizioni si ritrovano in piazza per denunciare il "clima di aggressione" nei loro confronti, dopo la rissa della scorsa settimana alla Camera. Sempre oggi inizia la discussione sul ddl Calderoli, la legge sull'Autonomia differenziata, l'altra delle riforme che la maggioranza sta portando avanti in parallelo al premierato.
"Siamo al ventesimo mese di legislatura, tutto si può dire tranne che questa riforma arrivi in maniera affrettata e pressando il Parlamento. Il governo, attraverso il ministro Casellati, ha avviato, molto tempo fa, confronti con tutti i gruppi parlamentari, che hanno portato a modifiche della proposta iniziale", ha detto intervenendo in Aula il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri. Mentre secondo il presidente dei senatori della Lega Massimiliano Romeo, "Con l'autonomia valorizziamo i territori nel nome di un principio dell'unità delle diversità che sarà il vero collante di un Paese oggi profondamente diviso. Con il premierato diamo stabilità al Governo per evitare quei ribaltoni che i cittadini non hanno mai tollerato". Critici gli interventi delle opposizioni. "Un governo serio dovrebbe pensare a far 'funzionare' il Paese, non solo a comandare. E invece Giorgia Meloni cosa fa? Incapace di affrontare i problemi del Paese cerca di cambiare la Costituzione, affermando che la riforma costituzionale è assolutamente necessaria. Che, anzi, lei non riesce a governare perché i lacci istituzionali glielo impediscono. Dopo 3 decreti al mese in 20 mesi di governo? E chissenefrega se l'Italia sarà ancora piu' divisa: elezione diretta del Presidente del Consiglio, cosi' Parlamento, presidente della Repubblica ed equilibrio dei poteri non saranno più di intralcio. E' un sistema che non esiste in nessun altro paese occidentale e democratico? Non importa. 'O la va, o la spacca'", ha commentato il capogruppo del Pd Francesco Boccia. Mentre il capogruppo del M5s Stefano Patuanelli ha annunciato il voto contrario "perché siamo convinti che sia una riforma sbagliata. Fuori da queste aule c'è un Paese che vuole esprimersi su questo tema. Lo farà nella dinamica referendaria e io sono convinto che lo farà consapevolmente bocciando questa riforma e sarà l'inizio del vostro declino politico".