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Editoriali

Ruini, la richiesta di Scalfaro e i conigli mannari

Redazione

Il passaggio dell’intervista su Marini spiega molto della sinistra Dc che ebbe come unico faro l’odio per Berlusconi, contribuendo a bloccare il paese nell’immobilismo. Ieri come oggi, la storia è storia

Dunque “la congiura ci fu”, per dirla col brutalismo di Maurizio Gasparri. Ma ora che i protagonisti sono quasi tutti defunti, tranne “Sua Eminenza”, lucido come sempre, se fu congiura o solo tentato colpetto istituzionale non è essenziale. Francesco Verderami s’è messo d’impegno sul Corriere per raddrizzare qualche stortura dell’epoca di Mani pulite. Prima con una lunga intervista a Giovanni Pellegrino, presidente della Giunta per le Immunità in quegli anni, sul ruolo distorto della magistratura avallato dal suo partito. Domenica una bella intervista al Camillo Ruini  rievoca il rapporto tra la Chiesa e la politica nel momento della fine della Dc.

Tutti hanno sottolineato il passaggio in cui Ruini conferma una ricostruzione nel libro del Corriere “Il Colle d’Italia”: nell’estate del 1994 ci fu un pranzo al Quirinale in cui Oscar Luigi Scalfaro avrebbe chiesto al presidente della Cei di “aiutarlo a far cadere il governo Berlusconi”, ma Ruini rifiutò: “Effettivamente andò così. La nostra decisione di opporci a quella che ci appariva come una manovra – al di là della indubbia buona fede di Scalfaro – fu unanime”. I ricordi di Pellegrino e di Ruini sono importanti, ma non svelano congiure: come siano andate le cose è noto fin d’allora. Compreso il ruolo per niente super partes di Scalfaro, che qualche mese prima aveva dovuto rispondere con un nervoso “Non ci sto!” alle carezze dei pm. Più interessante un altro passaggio: “Mi rivolsi a Franco Marini. Lo esortai: ‘Faccia un discorso forte sulla giustizia, come quello che ha fatto Bettino Craxi in Parlamento’. Mi rispose: ‘Ci ho pensato ma non me la sento’”. Coniglio Mannaro era il soprannome che Pansa aveva affibbiato a Forlani. Evidente aveva sbagliato persona. Con la sua postura da alpino con la pipa, Marini si atteggiava a riferimento morale della sinistra Dc: che ebbe come unico faro l’odio per Berlusconi, contribuendo a bloccare il paese nell’immobilismo. La storia è storia, ma le parti in commedia (in casa cattolica) sono le stesse. Fortunatamente in quegli anni Ruini fu una grande guida della Cei.