A montecitorio
La Camera approva l'Autonomia: è legge. Salvini: "Giornata storica". Le opposizioni: "Vergogna"
Dopo una lunga nottata passa la riforma leghista. I Sì sono stati 172, i No 99, un deputato si è astenuto. Festeggiano i deputati del Carroccio sventolando in Aula la bandiera padana. Le opposizioni cantano l'inno d'Italia. Schlein: "State spaccando l'Italia". Conte: "Continueremo a contrastarli"
Dopo una lunga nottata in Aula, alla Camera dei deputati è arrivato il secondo e definitivo sì al disegno di legge sull'Autonomia. I Sì sono stati 172, i No 99, un deputato si è astenuto. L'Autonomia è legge.
"Una giornata storica", la definisce Matteo Salvini, che porta a casa il provvedimento bandiera della sua Lega, i cui deputati hanno sventolato in Aula la bandiera padana tra le proteste delle opposizioni che hanno risposto con il tricolore, intonando l'inno di Mameli.
Esulta anche Roberto Calderoli, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie. "A dirlo mi tremano le gambe per l'emozione. C’è il via libera definitivo della Camera all'Autonomia differenziata!", ha scritto sui social lo storico esponente del Carroccio. "L'approvazione di oggi è il coronamento di anni e anni di battaglie politiche, all'interno delle istituzioni e nelle piazze insieme ai militanti, con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese", ha aggiunto, spiegando in un altro passaggio che "sbaglia chi dice che questo provvedimento spaccherà l'Italia, perché farà l'esatto contrario. L'obiettivo è permettere a tutte le Regioni di correre sempre più veloce, riducendo i divari territoriali e realizzando quell'unità che c'è solo sulla carta. L'orizzonte è davanti a noi e la via da intraprendere è definita, ora non resta che avere il coraggio di percorrerla. Si apre una fase nuova, il Governo sarà al fianco di chi vorrà cogliere questa storica sfida".
Di tutt'altro segno le reazioni che arrivano dall'opposizione, riunita non a caso ieri in piazza santi Apostoli a Roma per protestare contro le riforme del goveno Meloni. "Ci avete tenuto qui per uno scalpo, un cinico baratto", ha detto nella sua dichiarazione di voto la segretaria del Pd Elly Schlein, facendo riferimento anche al premierato. Prima di attaccare direttamente i meloniani: "Cambiate il vostro nome di in 'Brandelli d'italia’ o 'Fratelli di mezza Italia' visto che la state spaccando, vergogna",
"Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l'istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze", ha invece commentato sui social il capo del M5S Giuseppe Conte.
Per Nicola Fratoianni, uno dei leader dell'Alleanza Vedi-sinistra, "Il Parlamento, e il paese soprattutto, con i suoi problemi, che sono assai gravi, avrebbero meritato qualcosa di meglio che approvare lo SpaccaItalia nella notte, tra lo sventolio vergognoso delle bandiere padane".
Mentre Angelo Bonelli definisce "oltraggioso l'atteggiamento dei leghisti in aula questa mattina dopo l’approvazione dello spacca Italia. L’altro giorno hanno fischiato e picchiato chi mostrava la bandiera d’Italia. Oggi sono venuti in aula con le bandiere dell’indipendentismo padano per festeggiare il mercimonio tra Meloni e Salvini: autonomia differenziata in cambio del premierato. Quello che è accaduto stamattina è un oltraggio alla storia della Repubblica Italiana".
Per Fratelli d'Italia, tra i primi a commentare, c'è Luca De Carlo, coordinatore veneto di FdI e tra i papabili nomi del centrodestra per il dopo Zaia. "L'autonomia differenziata è legge, un risultato possibile solo grazie all’impegno, al lavoro e alla serietà del Governo Meloni. Per anni questo è stato un obbiettivo solo a parole dei governi che si sono succeduti alla guida della nazione, ma è solo con Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio e con Fratelli d’Italia al governo che si è arrivati al risultato concreto”, rivendica il l'esponente meloniano. Per Tommaso Foti, "la legge sull'Autonomia era necessaria, se non altro per disciplinare quanto la sinistra 20 anni fa aveva approvato e inserito nella Costituzione", ha detto il capogruppo alla Camera di FdI, sottolineando che anche "i primi a chiedere forme di autonomia differenziata sono stati proprio i governatori del Partito Democratico". Foti ha poi puntualizzato: "È evidente che vi dovrà essere un equilibrio nelle eventuali intese che potranno prospettare le Regioni, perché non è un obbligo, ma è una facoltà delle stesse, in modo tale che l’autonomia, ancorché realizzata di un territorio non vada a penalizzarne un altro, che invece non l’ha richiesta".
"Buonanotte alle istituzioni", dice invece Maria Elena Boschi di Italia viva. "Ci siamo opposti in tutti i modi: un’autonomia differenziata che divide il Paese. Ci saranno più burocrazia e più diseguaglianze”, ha detto ancora l'ex ministra attaccando il centrodestra di governo. “La maggioranza ha approvato questo testo di notte con un atteggiamento da caterpillar: più dimostravamo che le cose non avevano senso, più andavano avanti. Peccato, un’occasione persa. Buongiorno a tutti voi. Buona notte alle istituzioni”.
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