(foto Ansa)

in lussemburgo

L'Eurogruppo chiede (di nuovo) conto del Mes all'Italia. Giorgetti: "Bruxelles non agevola confronto"

Redazione

I vertici del Fondo salva-stati sono tornati a fare pressioni sull'Italia, unico paese a non aver ratificato l'accordo. Il ministro dell'Economia: non c'è una maggioranza parlamentare favorevole. E critica le istituzioni europee per "l'atteggiamento pregiudiziale verso il nostro paese"

Lo prevedevano (quasi tutti). E così è stato. La riunione dell'Eurogruppo tenutasi ieri in Lussemburgo è stata un'ulteriore occasione, da parte delle istituzioni europee, per far capire che il Mes in un modo o nell'altro va ratificato. Perché, come ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo stesso Pascal Donohoe, la mancata ratifica di Roma "è una perdita collettiva". Concetto ribadito anche dal direttore del Meccanismo europeo di stabilità, Pierre Gramegna, secondo cui “la mancanza di una rete di sicurezza aggiuntiva lascia i contributori vulnerabili nel caso in cui le risorse del Fondo di risoluzione unico dovessero esaurirsi a causa di una significativa crisi bancaria. Come lo stesso Fondo di risoluzione unico, il sostegno è stato ideato per proteggere il denaro dei contribuenti in caso di risoluzione bancaria. Di conseguenza, la resilienza dell’Eurozona non è così forte come potrebbe essere", mancando per l'appunto l'adesione dell'Italia. Parole verso cui il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha rivolto apprezzamento, anche se ai 19 colleghi che hanno già ratificato la riforma del Mes ha spiegato che in questo momento, nel Parlamento italiano, non c'è una maggioranza a favore. 

Resta dunque in stand by la proposta dello stesso gruppo Mes di introdurre aggiustamenti per venire incontro alle resistenze italiane. Dal cambiamento climatico ai rischi geopolitici, il Mes potrebbe fornire linee di credito per affrontare choc che mettono a rischio la stabilità finanziaria. Il nuovo trattato del Mes non verrebbe toccato, ma gli strumenti previsti sarebbero aggiustati, anche per fornire una sponda al governo italiano per convincere la maggioranza che lo sostiene. 

In realtà l'incontro di ieri è stato condito anche da recriminazioni di Giorgetti verso le istituzioni europee. Fonti del Mef hanno fatto sapere come il ministro, nel corso della riunione, avesse stigmatizzato la "conventio ad escludendum assolutamente sbagliata" e l'"atteggiamento pregiudizievole verso il nostro paese" espresso nel corso dell'ultimo Consiglio europeo informale, quello dove si è iniziato a parlare di "Top Jobs" della prossima legislatura europea. E in cui, secondo il governo, l'Italia è rimasta esclusa dal prendere parte a decisioni finali. Una versione smentita da Gramegna, interrogato sulla questione nel corso di una conferenza stampa. Al chè è arrivata una controreplica, questa volta ufficiale, affidata a una nota del Ministero dell'Economia e delle Finanze: "Il ministro Giorgetti, pur rammaricato per l’evidente equivoco, conferma di aver fatto riferimento, nel corso dell’assemblea del Mes, al trattamento riservato all’Italia a Bruxelles, sottolineando che questo non agevola sereni confronti politici". 

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