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Editoriali

La Difesa a parole di Meloni: l'Italia è l'unico paese Nato a ridurre le spese militari

Redazione

Il nostro, insieme alla Slovenia, è l'unico paese dell'Alleanza Atlantica che non solo non raggiunge l'obiettivo di spesa per la Difesa sul pil del 2 per cento, ma lo allontana: dal 1,50 per cento del 2023 passa all'1,49 del 2024. Fatti che stridono con le parole

Nelle comunicazioni alla Camera sul Consiglio europeo, Giorgia Meloni ha usato parole nette sulla difesa dell’Europa: “Ci siamo crogiolati nell’idea che qualcun altro avrebbe garantito per sempre la nostra sicurezza, ma è stato un errore e dobbiamo esserne consapevoli” ha detto, invocando una politica industriale comune. La presidente del Consiglio ha poi aggiunto che “dobbiamo assumerci le nostre responsabilità”, perché l’aggressione della Russia all’Ucraina ci ricorda che “la libertà e la sicurezza hanno un costo e che per avere pace ai nostri confini dobbiamo essere capaci di esercitare la deterrenza necessaria a raggiungere quell’obiettivo”. Pertanto è necessario costruire un “solido pilastro europeo della Nato” da affiancare a quello americano. Insomma, un lucido e orgoglioso discorso per ricordare che la democrazia e la pace non sono gratis: “Spendere in difesa significa investire nella propria autonomia, nella capacità di contare e decidere, nella possibilità di difendere al meglio i propri interessi nazionali”. Tutto perfetto, a parole. Ma nella pratica, il governo ha fatto l’esatto contrario.
 

Secondo i dati della Nato, su 31 paesi membri 23 supereranno nel 2024 il target del 2 per cento del pil di spese militari, ma tra di essi non c’è l’Italia. E per la prima volta dopo decenni il pilastro europeo dell’Alleanza atlantica supererà la soglia del 2 per cento, e neppure in questo caso con il contributo dell’Italia. Anzi, nonostante l’Italia. Il nostro, infatti, è l’unico paese della Nato (con la Slovenia) che non solo non raggiunge l’obiettivo di spesa sul pil, ma addirittura se ne allontana: la spesa per la Difesa anziché aumentare diminuisce, passando dall’1,50 del 2023 all’1,49 per cento del 2024. Il governo era tornato dalla trattativa a Bruxelles sul Patto di Stabilità sventolando il successo di uno scorporo dell’aumento delle spese militari, deroga che poi non ha usato. Finora su Ucraina e difesa europea Meloni ha detto parole perfette. Serve, però, un comportamento consequenziale. Come dicono gli inglesi: metti i soldi dove sono le tue parole.

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