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Tra roma e bruxelles

Nomine Ue, maggioranza in tilt. Salvini: "Colpo di stato". Tajani: "Meloni tratta per conto dell'Italia, non della Lega"

Redazione

"Al lavoro per creare un gruppo alternativo. Dall'Ue mancanza di rispetto", dice il leader della Lega. La replica del segretario di Forza Italia: "I suoi sono giudizi politici, non è il mio linguaggio, ma non influiscono sul peso dell’Italia"

La maggioranza va in tilt sulle nomi dei vertici europei. "Un colpo di stato", dice Matteo Salvini. Ribatte Antonio Tajani: "Le trattative le fa Meloni per conto dell'Italia, non dei partiti di governo". Ovvero della Lega.

E' il riflesso italiano della nottata in cui i leader europei - a eccezione della premier italiana e dell''ungherere Viktor Orbán - hanno dato il via libera alle nomine della popolare Ursula von der leyen (come presidente della Commissione), del socialista Antonio Costa (Consiglio europeo) e della liberale Kaja Kallas (Alto rappresentante per la politica estera) per i tre "Top Jobs" Ue. 
 

Così questa mattina il leader leghista è tornato all'attacco: "L'ennesimo gesto di arroganza". Parla di "mancanza di rispetto per i cittadini, che hanno chiesto il cambiamento, da parte di Bruxelles e dei burocrati europei che hanno riconfermato la von der Leyen, con la sinistra e i socialisti che hanno fatto tanti danni in questi cinque anni". Salvini tuttavia non cita i popolari, di cui fa parte Forza Italia, alleata di governo del Carroccio. Proprio il Ppe è stato il principale sponsor di von der leyen, presentata come Spitzenkandidat già in campagna elettorale, dopo qualche piccolo dissidio interno.  Il vicepremier aveva usato parole dure già ieri, prima ancora che l'accordo tra popolari, liberali e socialisti fosse trovato. Oggi rilancia: "Noi come Lega stiamo lavorando per un grande gruppo alternativo che porti nei palazzi si Bruxelles la voglia di cambiamento che milioni di italiani e di europei hanno chiesto con il voto. E' stato un colpo di stato e la democrazia ci impone di reagire con tutti i mezzi possibili".

A stretto giro è arrivata la replica dell'altro vicepremier, Antonio Tajani. "Salvini? Sono giudizi politici, non è il mio linguaggio, ma assolutamente non influiscono sul peso dell’Italia", ha detto il segretario di Forza Italia, spiegando che "la trattativa la fa il presidente del Consiglio per conto dell’Italia, non per conto delle forze politiche che sostengono il governo. Non credo che nessuno pensi in Italia che al nostro paese non spetti un portafoglio di grande importanza e la vicepresidenza della Commissione europea, cosa che è sempre accaduta tranne che con Gentiloni". 

La nomina di von der leyen dovrà ora passare al voglio del voto del Parlamento europeo, dove esiste il rischio dei franchi  tiratori. E per questo i voti del gruppo europeo dei Conservatori potrebbero essere decisivi. E' quello che si augura lo stesso Tajani, che ha invece chiuso a qualsiasi apertura rispetto al gruppo dei Verdi. Sottotraccia proseguono invece le trattative di Giorgia Meloni- che al momento ha posto l'Italia all'opposizione in Europa -  per ottenere incarichi di rilievo, strategici anche dal punto di vista economico, per i ruoli di commissari. 

 

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