Editoriali
Senza Vox, Meloni ha solo da guadagnare
Un Ecr più piccolo e ripulito è un’occasione per la premier italiana per uscire dall’isolamento
La decisione del partito di estrema destra spagnolo Vox di lasciare il gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) per aderire a quello dei Patrioti per l’Europa lanciato da Viktor Orbán potrebbe sembrare un umiliante tradimento per Giorgia Meloni. Un tradimento lo è. Nessuno si è speso di più per Santiago Abascal di Meloni che, anche dopo il suo ingresso a Palazzo Chigi, si è sgolata nelle riunioni elettorali di Vox con discorsi che hanno fatto rabbrividire i suoi colleghi capi di stato e di governo dell’Ue. L’uscita di Vox indebolisce Ecr, che rischia di perdere la sua terza posizione al Parlamento europeo, privando Meloni degli argomenti con cui ha motivato la sua contrarietà alle nomine di Ursula von der Leyen, António Costa e Kaja Kallas. Tuttavia, al di là dell’ego ferito, la defezione di Vox è un’opportunità per Meloni per affermarsi come la leader di una destra conservatrice ma responsabile nell’Ue. Sarà in grado di coglierla, facendo così di Ecr il gruppo degli anti Orbán, anti Le Pen e anti Salvini?
Nell’Ue oggi quasi tutti i partiti alla destra del Ppe vengono classificati come “estrema”. Socialisti, liberali e Verdi hanno escluso di far entrare il gruppo di Meloni nella maggioranza, anche se dentro l’Ecr ci sono eccezioni. Il partito Ods del premier ceco, Petr Fiala, e i nazionalisti fiamminghi della N-va sono relativamente moderati. I Finlandesi e i Democratici svedesi possono essere considerati di “estrema destra”, ma hanno fatto del sostegno a Kyiv una linea rossa. Il tradimento di Vox, partito nostalgico del franchismo, anti migranti e ambiguo sulla Russia, permette un chiarimento. Anche se sono la seconda delegazione, l’Ecr potrebbe fare a meno dei polacchi del PiS, la cui deriva verso l’estrema destra (con un atteggiamento dubbioso sull’Ucraina) è diventata più evidente dopo che hanno perso il potere a Varsavia. Un Ecr più piccolo (e ripulito) contribuirebbe a rendere Meloni più grande (e meno isolata) dentro al Consiglio europeo. Ma servirebbe il coraggio di rinnegare una parte di se stessa.