l'intervento
Tajani deluso per il no di FdI e Lega a von der Leyen: "Avrei preferito un voto diverso"
Il ministro degli Esteri e vicepremier non nasconde il suo rammarico per la bocciatura degli alleati nei confronti della nuova Commissione: "Senza la rielezione di Ursula ci sarebbe stato il caos"
"Le piccole questioni nazionali non possono essere barattate con il futuro delle istituzioni comunitarie che rappresentano mezzo miliardo di persone". E' con queste parole che il ministro degli Esteri Antonio Tajani non ha nascosto il suo rammarico per il mancato sostegno di Lega e Fratelli d'Italia al bis di Ursula von der Leyen. A maggior ragione perché, come spiega il titolare della Farnesina in un'intervista alla Stampa, senza la rielezione della presidente della Commissione uscente "ci sarebbe stato il caos. I mercati ci avrebbero punito e i cittadini ne avrebbero pagato il prezzo". Per questo l'esponente si aspettava, forse, una valutazione diversa, almeno da Fratelli d'Italia. Verso cui comunque sparge parole concilianti. "Il voto di Fratelli d'Italia e dei conservatori è sempre rimasto in bilico. Evidentemente il discorso di von der Leyen non li ha convinti, ma hanno usato toni concilianti pur votando contro. Quando dicono di voler continuare ad avere rapporti istituzionali con la Commissione, vuol dire che non hanno chiuso la porta del tutto". Mentre nei confronti della Lega di Matteo Salvini, che aveva definito il bis di von der Leyen "un inciucio", la valutazione è più colorita: "Nessun inciucio. Ne parlano come se fosse un voto per eleggere il presidente del Consiglio italiano, ma è una realtà con meccanismi molto diversi. Bisognerebbe conoscere il funzionamento delle istituzioni europee prima di fare certe valutazioni. E non mi pare che nel programma di von der Leyen ci sia alcun estremismo green. Ci sarà poi una maggioranza di commissari del Partito popolare in commissione, quindi non vedo alcun pericolo".
Comunque, ha aggiunto Tajani, "ogni voto in Europa è una partita a sé e noi aspiriamo ancora a un portafoglio economico di peso e a un vicepresidente della Commissione", Per questo resta aperta la sfida che potrebbe portare in Commissione l'attuale ministro degli Affari regionali Raffaele Fiitto. "E' il nome più convincente. Ha le caratteristiche giuste per farlo: grande esperienza europea, un trascorso compatibile con le istituzioni comunitarie ed è apprezzato da tutti. Un esponente dei conservatori di Meloni, tra l'altro. E loro non sono come l'estrema destra dei Patrioti" per l'Europa, ha detto il ministro.