il caso
Salta ancora il ddl Concorrenza: nuove tensioni nel governo
L'intervento, che tocca il nodo delle autostrade, viene rinviato dopo un confronto tra i tecnici di Salvini e di Fitto. Rischi per la settima rata del Pnrr se non verrà approvato entro la fine dell'anno
C'è chi ha sperato fosse la volta buona. E invece nemmeno nel Consiglio dei ministri di ieri il governo ha approvato il ddl Concorrenza, ovvero una delle leggi chieste dall'Ue come obiettivi per l'erogazione della settima rata del Pnrr. Lo stop è arrivato anche perché la nuova norma comprende la disciplina del settore autostradale. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini vorrebbe intervenire sui rinnovi delle concessioni prevedendo una tariffa unica nazionale e un intervento diretto dello stato in materia di lavori di manutenzione. Tutte fattispecie su cui s'è acceso un faro da parte della Commissione europea, secondo cui questa nuova normativa potrebbe portare al rischio di buchi di bilancio. Rimostranze che sono state espresse dagli stessi tecnici del ministero degli Affari europei. Con il ministro Raffaele Fitto che ieri, pur non parlando esplicitamente di ddl Concorrenza, ha detto: "Il lavoro che abbiamo sempre fatto è quello del confronto con la Commissione Ue, spesso preventivo per evitare di creare situazioni polemiche e problemi, e proseguiamo anche su questo con questo metodo". Insomma alla fine si è preferito non intervenire sul punto.
Ma la questione dei tempi è un altro grattacapo per l'esecutivo. Prima dell'inizio della pausa estiva, il governo ha in agenda due Cdm: il 26 luglio e il 7 agosto. Sarebbe ideale riuscire ad approvare il ddl Concorrenza prima di settembre perché dopo l'estate inizierà la serrata sessione di Bilancio e rischia di rimanere poco tempo per l'approvazione del testo in Parlamento. Approvazione che, come detto, deve arrivare prima della fine dell'anno per lo sblocco della terza rata.
A ogni modo ieri in Consiglio dei ministri sono stati approvati i primi tre testi unici previsti dalla delega fiscale: quello sulle sanzioni penali e amministrative in materia tributaria, quello sui tributi erariali minori e quello sulla giustizia tributaria. "Si tratta di una svolta per il nostro sistema fiscale, che, grazie al governo Meloni, continua a percorrere con determinazione il sentiero della semplificazione, andando incontro alle esigenze di cittadini e imprese", è stato il commento del viceministro dell'Economia Maurizio Leo.
Un'altra delle decisioni prese nel Cdm è stata la nomina del nuovo capo della Protezione civile: Fabio Ciciliano andrà a sostituire Fabrizio Curcio.