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Editoriali

La prima "carne sintetica" è pronta. Non sarà la legge fuffa di Lollobrigida a fermarla

Redazione

All’Efsa è arrivata la prima richiesta di autorizzazione per la commercializzazione del fois gras sintetico prodotto da una start-up francese. Se l'Ue darà l'ok, il divieto nazionale italiano voluto dal ministro dell'Agricoltura decaderebbe, come accade per ogni altra norma comunitaria

Prima o poi sarebbe successo, era solo questione di tempo. All’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, è arrivata la prima richiesta di autorizzazione per la cosiddetta “carne sintetica. Si tratta della start-up francese Gourmey, che ha annunciato di aver presentato all’autorità di regolamentazione Ue una richiesta di autorizzazione per il suo foie gras coltivato. Si tratta del primo caso nell’Unione europea, anche se l’azienda ha presentato la domanda per l’immissione in commercio anche a Singapore, negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Svizzera. È anche un caso rilevante, perché la produzione convenzionale di foie gras è un tema controverso in Ue, dato che numerosi paesi, tra cui l’Italia, ne hanno vietato la produzione per via dell’alimentazione forzata degli animali.
 

Per essere commercializzato, il singolo prodotto (quindi non tutta la “carne sintetica” in generale) deve ricevere il semaforo verde dall’Efsa, che arriva a valle di un processo tra i più rigorosi al mondo in mondo in materia di sicurezza alimentare. L’esito della valutazione, che include un esame approfondito della sicurezza e del valore nutrizionale del prodotto sulla base delle evidenze scientifiche, non dovrebbe arrivare prima di 18 mesi. Una volta superato l’iter autorizzativo, il prodotto potrà essere commercializzato nel mercato dell’Unione europea.
 

E qui si arriva al punto politico: la legge Lollobrigida, approvata a grande maggioranza dal Parlamento, che vieta la produzione e la vendita della “carne sintetica”. Come è evidente dalle norme comunitarie, qualora il foie gras coltivato – così come ogni altro prodotto cellulare – venisse autorizzato dall’Efsa, il divieto nazionale decadrebbe. Sarebbe, cioè, incompatibile con le norme europee e quindi disapplicabile. Si capisce bene la portata propagandistica della legge fortemente voluta dal ministro: vieta una cosa già vietata, ma solo finché non viene autorizzata dall’Efsa. Esattamente come accade in ogni altro paese europeo, in assenza del divieto.

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