Giorgia Meloni - foto LaPresse

L'intervento

Meloni per l'anniversario della strage di Bologna: "Grave dire che le radici sono nella destra di governo"

Redazione

La premier risponde alle accuse del presidente dell'associazione familiari delle vittime, pronunciate durante la manifestazione davanti alla stazione: "Parole pericolose per l'incolumità di chi cerca solo di fare del suo meglio per il bene del paese". Schlein: "Fa vittimismo"

"Sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al governo". A dirlo è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo comunicato dove ricorda le vittime e i feriti in occasione del 44esimo anniversario della strage di Bologna. In una nota la premier scrive che è "grave" sostenere che la matrice che ha provocato quell'attentato figura oggi nella destra del governo.
 

Le sue parole sono rivolte direttamente in risposta a quanto affermato da Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage, che in occasione della manifestazione a Piazza delle Medaglie d'Oro davanti alla stazione ha detto: "Le radici di quell'attentato (..) affondano nella storia del postfascismo italiano, in quelle organizzazioni nate dal Movimento Sociale Italiano negli anni Cinquanta: Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, che oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di governo".
 

Nella nota la presidente del Consiglio ha prima di tutto ricordato le 85 vittime della strage: "Il 2 agosto del 1980 il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l'Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime. Ci uniamo al loro dolore e alla loro richiesta di giustizia. A loro va, inoltre, il ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità".
 

Subito però ha voluto spendere parte del messaggio per rispondere alle parole di Bolognesi: "Sostenere che le 'radici di quell'attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo', o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l'incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa nazione", scrive la premier. "Credo – conclude poi la nota –, che in questo clima di crescente odio, le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute. Mi appello a tutti perché si torni all'interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura".
 

Bolognesi ha poi risposto alla nota della presidenza del Consiglio: "Giorgia Meloni la finisca di fare la vittima. Ho visto altri fare le vittime durante i processi e poi sono stati condannati, le vittime sono gli 85 morti e i morti nelle altre stragi, che sono tutte fasciste. Non è una vittima, ma una che prende in giro le vittime". In coda alla risposta ci sono anche le parole di Elly Schlein: "Fare la vittima attaccando il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime è un'operazione deplorevole. Le sentenze sulla strage e la sua matrice neofascista ed eversiva accertano i fatti accaduti, altro che 'attribuiscono', come si legge nella nota di Palazzo Chigi. Chi amministra una comunità dovrebbe cucire le fratture, sanare le ferite, mentre Meloni fa il contrario: spacca, divide, mette gli uni contro gli altri.", dice la segretaria dem.

  

Le parole di Mattarella

La polemica sulla strage di Bologna arriva dopo l'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in una nota pubblicata questa mattina ha voluto commemorare le vittime: ""I morti, le immagini della Stazione di Bologna devastata, l’attacco feroce alla convivenza degli italiani, hanno impresso un segno indelebile, il 2 agosto 1980, nella identità della Repubblica e nella coscienza del popolo italiano", ha detto il capo di stato, aggiungendo: "Il 2 agosto resta una ferita insanabile, monito permanente da consegnare alle giovani generazioni unitamente ai valori della risposta democratica della nostra Patria, che hanno consentito il riscatto e, nell’unità della nostra comunità, la salvaguardia del bene comune".

 

    

Il corteo nel centro di Bologna

Nel capoluogo emiliano, stamattina si è svolta la manifestazione per ricordare la strage. Dalle otto sono state migliaia le persone che si sono recate a Palazzo D'Accursio, in piazza Maggiore, per partecipare al corteo, che dal centro città ha sfilato lungo via Indipendenza e si è fermato a Piazza delle Medaglie d'Oro, di fonte alla stazione ferroviaria, dove ancora oggi si può vedere l'orologio fermo alle 10.25, orario dell'attentato.
 

Nonostante il caldo da bollino rosso sono stati tanti i cittadini presenti alla manifestazione. Insieme a loro hanno sfilato anche le istituzioni. In primis il sindaco di Bologna Matteo Lepore, insieme al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e al candidato alla presidenza dell'Emilia Romagna e sindaco di Ravenna Michele De Pascale.
 

In occasione della manifestazione ha parlato anche il ministro dell'Interno: "Quella del 2 agosto fu una strage neofascista, espressione di un disegno eversivo che mirava a colpire lo stato nella componente più sensibile, i cittadini comuni. Il governo c'è. Tenere viva tutti insieme la memoria del'attentato serve a rinsaldare l'alleanza democratica. Viviamo in un momento in cui nel mondo sembra delinearsi una minaccia ai valori di libertà e democrazia che sono alla base di pace e convivenza civile, scolpiti nella nostra carta costituzionale. La strage di Bologna ci ricorda che la pace e la sicurezza e la democrazia non sono conquiste scontate, ma valori che vanno difesi e promossi quotidianamente, per farlo dobbiamo essere uniti contro ogni forma di odio e intolleranza e ribadire con forza il nostro rifiuto al fascismo e totalitarismo".