editoriali
Crosetto gioca male in Difesa
I distinguo sul sostegno alla controffensiva di Kiyv non sono una buona idea
“Quando voglio attaccare lo faccio direttamente”, ha detto spavaldo Guido Crosetto in merito a una evitabilissima polemica per un like che coinvolgeva Mattarella. Peccato che sulle questioni relative al suo ruolo istituzionale il ministro della Difesa la spavalderia a volte la perda per strada. Esponendo con ciò il nostro paese a una figura di debolezza grave, e riaprendo inoltre l’eterno vaso di Pandora della “tenuta europea” del governo italiano.
A proposito dell’offensiva lanciata da Kyiv nell’oblast di Kursk – forse intimorito dalla solita ritornante chiacchiera sull’art. 11 – il ministro Crosetto non ha trovato di meglio che dichiarare: “Le armi che abbiamo fornito noi possono essere utilizzate solo dal punto di vista difensivo. Non hanno la possibilità di essere utilizzate per un attacco sul territorio russo”. E, frase purtroppo degna del pacifismo da talk-show: “Non vogliamo un conflitto ancora più duro. Nessun paese deve invadere un altro paese”.
Nessun paese deve invadere un altro paese, è ovvio, ma non esiste diritto internazionale – se non il rispetto delle regole umanitarie e di riduzione del danno – che vieti a un paese che si difende da un’invasione di organizzare controffensive. Dovrebbe essere ovvio anche questo.
Ancora peggio, alle parole di Crosetto si aggiungono quelle altrettanto titubanti del ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Non siamo in guerra con la Russia e le nostre armi non devono essere utilizzate in territorio russo”. E questo proprio nel momento in cui, per bocca del portavoce degli Affari esteri dell’Unione europea, è stato definitivamente chiarito che Kyiv ha “il diritto di colpire ovunque ritenga necessario” perché “sta combattendo una legittima guerra di difesa dall’aggressione illegale russa”. L’Italia, e più volte con estrema chiarezza per voce di Giorgia Meloni, ha ribadito il suo impegno al sostegno dell’Ucraina, e l’Italia ha fornito armi in accordo con l’Europa. Le armi servono per “ripristinare il diritto internazionale”, per usare le parole dello stesso Crosetto. Meglio ricordarselo.