Antonio Tajani (Ansa)

Editoriali

Ius soli o scholae, aspettiamo i fatti. Ma la disponibilità di FI sulla nuova cittadinanza è un bene

Redazione

"Sulla riforma della cittadinanza ci saremo anche noi”. In Parlamento se ne riparlerà a settembre, ma che un partito antisovranista come FI dia segni di risveglio anche su questo tema, oltre che sui temi della giustizia, è di certo una buona notizia

Presa dagli scambi social e d’agenzia, l’impressione è che si tratti più che altro dell’ennesima scaramuccia lunga un giorno in cui la Forza Italia di Antonio Tajani a propulsione famiglia Berlusconi prova mettere in difficoltà la Lega: domani troveranno un altro spunto. Preso con un po’ di disincanto, l’accendersi ferragostano del dibattito sullo ius soli, o ius scholae o ius culturae, sembra purtroppo il solito esercizio  retorico di una politica che poi se ne scorderà. Ed è in entrambi i casi un peccato, perché invece il tema della cittadinanza – o della nuova cittadinanza se vogliamo – è cruciale dal punto di vista etico, prima ancora che sociale o politico. E merita di essere affrontato con serietà, al di là dello spunto. E lo spunto, favorito dal trionfo olimpico di un’Italia in cui in cui il colore della pelle o la provenienza familiare fanno scandalo solo ai Vannacci  – si torna a parlare di “ius soli sportivo”, idea di Malagò già dopo le Olimpiadi di Tokyo – è una dichiarazione di Forza Italia: “Sulla riforma della cittadinanza ci saremo anche noi”. Seguita da rispostaccia di poco acume della Lega: “Il Pd rilancia lo ius soli, FI apre un varco a destra”. Rintuzzata a sua volta da una precisazione di Forza Italia: “Siamo contrari allo ius soli ma siamo invece aperti allo ius scholae”.

Invece di discutere sui nomi, sarebbe il caso di prendere sul serio la questione. E ripartire dalla politica. Il Pd e la sinistra insistono per lo ius soli – cittadinanza acquisita per il solo fatto di nascere sul territorio italiano – modello però criticato e non solo dalla destra. L’idea dello ius scholae prevede invece  la concessione della cittadinanza al minore straniero nato in Italia o arrivato entro i 12 anni che abbia completato un ciclo formativo di almeno 5 anni. L'integrazione come base di un diritto. In Parlamento se ne riparlerà a settembre. Ma in ogni caso, che un partito non sovranista come Forza Italia dia segni di risveglio anche su questo tema, oltre che sui temi della giustizia, è una buona cosa. Vedremo se almeno su questo potrà esserci un clima bipartisan, dopo Ferragosto.
 

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