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Lo scontro finale

Grillo si gioca l'arma del simbolo e attacca sulla costituente M5s. Ma Conte lo sfida: “Andiamo avanti”

Ruggiero Montenegro

Il Garante, che secondo una sentenza è l'unico titolare del logo grillino, rompe gli indugi: “Simbolo, nome e limite del doppio mandato sono pilastri non negoziabili”. La replica: "Pronti a rifondarci integralmente. Nessuno può dirci di cosa discutere". I grillini alla resa dei conti

E’ il sussulto di chi arranca, ma non vuole arrendersi, non senza combattere. “Il nostro simbolo, il nome e il limite del doppio mandato sono dei pilastri non negoziabili”. Dopo un'estate passata a meditare tra la Sardegna e Sant’Ilario a Genova, Beppe Grillo rompe gli indugi. Promette battaglia a Giuseppe Conte, che replica: “Noi andiamo avanti, pronti a rifondarci integralmente”. Il Garante dei grillini attacca alla sua maniera, con un post sul blog dal titolo “Il nostro Dna”,  in cui chiama a raccolta la vecchia guardia, i duri e puri. Con le sue parole Grillo ripercorre la storia del Movimento a partire dai meetup. Cita Gianroberto Casaleggio e passa in rassegna i valori storici, quelli che qualcuno – lascia intendere – oggi minaccia di tradire. Il tempismo del Garante non è casuale: proprio ieri si è aperta infatti la prima fase del percorso costituente lanciato da Conte. Grillo non ne condivide l’impostazione e i metodi: è convinto che la Costituente  altro non sia che un modo per metterlo ulteriormente ai margini, attraverso un meccanismo solo apparentemente democratico. Per questo si giocherà tutte le sue carte. E’ ancora Grillo infatti il titolare unico del nome e del simbolo, come ha spiegato al Foglio Lorenzo Borrè, l’avvocato dei grillini dissidenti. 
 

 

A stabilirlo è stata una sentenza del tribunale di Genova, chiamato a dirimere nel 2020 le controversie tra la vecchia associazione Movimento 5 stelle (quella del 2009) e le nuove (2012 e 2017). “Quella sentenza – ha spiegato Borrè, che da sempre segue ricorsi e diatribe interne al Movimento – sancisce che Grillo è titolare unico del nome e del simbolo del Movimento”.  Ed è questa forse l’arma principale per il garante. Se tutto dovesse andare storto, l’extrema ratio potrebbe anche essere quella di revocare i diritti d’uso al M5s targato Conte. Uno scenario che aprirebbe le porte a una nuova scissione. E’ quello che forse si augurano i nostalgici della vecchia guardia, oggi ai margini. “Quel che serve al M5s è un ritorno al futuro, non una trasformazione anche formale in un partito come tutti gli altri. Quelle di Grillo sono parole sante”, mette agli atti l’ex ministro Danilo Toninelli, fra i primi a commentare il post di Grillo.  Non è l’unico a pensarla così, tra i critici c’è anche Virginia Raggi – che di tanto in tanto accompagna Di Battista ai banchetti dell’associazione Schierarsi –  mentre pochi giorni fa si era espresso in questo senso, con una lettera, anche un gruppo di ex parlamentari grillini.


Sono addebiti e illazioni che chi è vicino all’ex premier minimizza, ostentando tranquillità: “Ci aspettavamo l’attacco di Grillo. E poi dov’era durante la campagna elettorale?”, ci spiega. Nota inoltre che anche la gran parte dei parlamentari, di chi oggi conta, sostiene la posizione del fu Avvocato dal popolo. In serata arriva anche la risposta  di Conte che, pur senza fare mai il nome del fondatore M5s, ribatte punto su punto alle accuse. “Potremo discutere di tutto, potremo rifondarci integralmente. Anche il simbolo e le denominazione. Anche le regole organizzative consolidate potranno essere discusse”, dice il capo politico grillino, ricordando come in passato il simbolo sia già stato cambiato (è stato inserito 2050 e alle ultime europee l’hashtag #Pace) così come è stato introdotto anche il mandato zero. “Non possiamo lasciare che qualcuno possa decidere arbitrariamente e preventivamente di cosa si possa discutere”. Grillo insomma, è il senso del video messaggio di Conte, se ne faccia una ragione: la costituente andrà avanti, anche a costo di una rottura. Nella testa dell’ex premier d’altra parte resta sempre l’idea, accarezzata in passato e mai davvero messa da parte, di farsi un suo movimento. Senza garanti e senza nostalgie.  

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