Matteo Salvini con Antonio Tajani (foto LaPresse)  

editoriali

Lo ius scholae è di destra, ma la destra non lo sa

Redazione

Antonio Tajani lo propone, Matteo Piantedosi ne discute e Matteo Salvini fa sempre marketing

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al Meeting di Rimini, ha aperto all’ipotesi di concedere la cittadinanza italiana a chi abbia completato nel nostro paese un ciclo scolastico. Un’idea che piace ad Antonio Tajani, come egli stesso ha dichiarato nei giorni scorsi. Il vicepremier Matteo Salvini ha invece ribadito ieri, sempre dal  palco di Rimini, la sua contrarietà al cosiddetto ius scholae. Come spesso capita in Italia anche le grandi questioni si riducono a schermaglie da campagna elettorale, a posizionamenti tattici. Marketing.

Salvini è contrario perché probabilmente pensa che essere contrari sia “di destra”. Ma ha ragione? E’ di destra? O forse, al contrario, è proprio di destra lo ius schole ovvero l’idea di concedere la cittadinanza in cambio di una scelta dello straniero, di un processo di assimilazione conclamato che passa dalla decisione di completare in Italia un ciclo scolastico?

La concessione della cittadinanza dovrebbe essere infatti vista dai conservatori – che non amano il multiculturalismo della sinistra – come un patto sociale che implichi un’assimilazione completa nella struttura civile nazionale in cambio dell’accettazione esplicita e responsabile di valori, regole di vita, consuetudini, costumi e lingua. Tutto questo è proprio ciò che anima l’idea del cosiddetto ius scholae. Un politico conservatore, per non dire di destra, dovrebbe infatti essere favorevole a un processo che richiede agli immigrati, o ai loro figli cresciuti in Italia, un impegno a diventare cittadini italiani non solo formalmente, ma anche culturalmente ed emotivamente. Come vogliamo considerare nel prossimo futuro queste persone che vivranno inevitabilmente tra noi? Come degli ospiti destinati a restare confinati nelle loro comunità  di origine e a coltivare perciò sentimenti di rancore verso il prossimo, o come cittadini a pieno titolo, inseriti nel tessuto sociale, con diritti e doveri regolati dalla legge? Di sicuro non  è di destra l’idea di riempire l’Italia di fantasmi estranei alla nostra cultura.