Cattivi presupposti

Vinci Bari e poi muori: il naufragio del campo largo in Puglia

Nicolò Zambelli

A due mesi dalle elezioni comunali la giunta barese perde già un nome: si dimette l'assessore Diomede. Ma c'è di più: tutto il Movimento 5 stelle toglie l'appoggio all'alleanza di Leccese. Prove di governo rossogiallo

Sono passati sessantuno giorni dalla schiacciante vittoria di Vito Leccese ai ballottaggi per le elezioni comunali, ma a Bari la giunta ancora non c’è. O meglio: c'è, ma è già zoppa. I nomi sono stati presentati ufficialmente lunedì 19 agosto, ma in appena cinque giorni c’è già stato il primo addio: Raffaele Diomede, assessore grillino alla Legalità ed ex Udc, ha presentato le due dimissioni due giorni fa, accettate ieri dal sindaco. Ma c’è di più: insieme alle dimissioni tutto il gruppo del Movimento 5 stelle in Consiglio comunale ha fatto sapere che l’appoggio alla giunta, d'ora in poi, sarà garantito solo dall’esterno. In altre parole, i pentastellati eletti voteranno i singoli provvedimenti man mano che saranno presentati in Assemblea senza garantire l'unità della maggioranza. Il campo largo implode così su se stesso ancora prima di partire. E di quell’alleanza, che secondo lo stesso Leccese si candidava "a diventare un modello politico" anche dal respiro nazionale, non sembra esserci più nulla.

Le dimissioni di Raffaele Diomede e l'uscita del Movimento 5 stelle dalla maggioranza sono state annunciate in occasione della prima seduta del nuovo Consiglio comunale, nella quale, all'ordine del giorno, c’era anche l’elezione del presidente. Il protagonista dello strappo è Antonello Delle Fontane, capogruppo M5s in consiglio: campione di preferenze alle elezioni, puntava a un posto dentro la giunta. La sua sedia è invece stata occupata da Diomede, nominato su indicazione dei vertici nazionali del partito (si vocifera direttamente dalla vicepresidente Paola Taverna).
 

E quindi, lo strappo: in polemica con la nomina, Delle Fontane ha deciso di fare dietrofront dall’alleanza e, per paura di possibili franchi tiratori, il sindaco ha fatto slittare la nomina del presidente del Consiglio comunale da lui scelto: “Se ne riparlerà a settembre”, ha detto. La fuoriuscita dei grillini dalla maggioranza ha però causato il disappunto della sezione pugliese del partito, che sempre ieri, dopo che è arrivata l’ufficialità delle dimissioni di Diomede, ha ricordato come “gli impegni presi con gli elettori sono sacri rispetto a qualsiasi altro tipo di considerazione”. Fonti del Movimento riferiscono come la mossa di Delle Fontane sia "inaspettata e ingiustificata".
 

Un’idea che sembra condividere anche lo stesso sindaco Leccese. Nella nota in cui ha annunciato le dimissioni di Diomede, il primo cittadino ha espresso tutta la sua stanchezza rispetto alla situazione: “Sono mesi che con attenzione cerco di comporre una squadra di governo che rappresenti tutte le sensibilità del campo progressista. Ora questo tempo è scaduto e ho il dovere di mettere fine all’incertezza politica per dare spazio e tempo al lavoro dell’amministrazione che c’è e già lavora nell’interesse di Bari”, ha affermato. Insomma, un’ammissione del fatto che il campo largo s’è già azzoppato per interessi e veti incrociati, con buona pace degli interessi della città. Le cronache baresi restano un controverso presupposto per un futuro governo rossogiallo. Di cui dovranno tenere conto al Nazareno per prepararsi agli accordi, ben più di rilievo, per un ipotetico futuro tra i muri di Palazzo Chigi.

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