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Le armi all'Ucraina diventano un caso nel vertice del centrodestra

Redazione

Una nota diffusa dalla Lega al termine dell'incontro tra i leader di maggioranza ribadiva l'appoggio a Kyiv specificando la contrarietà "a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini". Poi la rettifica di Palazzo Chigi: "Condivisione della posizione del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina"

Vertice di maggioranza, poi Consiglio dei ministri. Infine invio della consueta nota congiunta per ribadire la compattezza dei tre partiti di centrodestra. Ma c'è un errore: per sbaglio la Lega invia una prima versione che verrà poi rettificata. Il passaggio eliminato è quello sulla strategia difensiva dell'Ucraina: tra i partiti della maggioranza, si legge, c'è "condivisione sulla crisi in Medio Oriente e sulla guerra in Ucraina, con appoggio a Kiev ma contrari a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini". Un tema delicato, di cui si è discusso ieri a Bruxelles nel corso dell'incontro tra i ministri degli Esteri a cui ha partecipato Antonio Tajani.
 

Poco dopo arriva la versione di Palazzo Chigi, che non entra nel dettaglio degli interventi militari in territorio russo e taglia corto sintetizzando così: "Condivisione sulla crisi in Medio Oriente e sulla posizione del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina".
 

Dal Carroccio spiegano di aver diffuso "per la fretta una versione del comunicato che poi è stata modificata. Non era una modifica di contenuto". "Non c'è nessun tipo di scontro", precisano dall'ufficio stampa del partito di Matteo Salvini, perché "per la maggioranza e il governo rilevano le dichiarazioni rese ieri dal ministro degli Esteri Antonio Tajani", secondo cui "l'uso delle armi italiane può avvenire solo all'interno dell'Ucraina".
 

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