i guai di genny

Il Pd all'attacco di Sangiuliano sul caso Boccia: "È sotto ricatto? E il G7 cultura è ancora sicuro?

Redazione

"Tajani e Piantedosi accertino gli effetti della falla alla sicurezza creata dal ministro della Cultura. E perché lui non parla?", dice la capogruppo Pd in commissione Cultura della Camera. E chiede al presidente Mollicone di convocare con urgenza un question time

“Il G7 cultura è ancora sicuro?”, chiede la capogruppo Pd in commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, dopo la pubblicazione di documenti che dimostrano che il gabinetto del ministero della Cultura, su richiesta del ministro Gennaro Sangiuliano, ha condiviso con soggetti estranei alla pubblica amministrazioni informazioni e documenti sensibili sui piani di sicurezza e di spostamento dei ministri e delle delegazioni che parteciperanno al vertice internazionale che si terrà a Pompei. Il caso, ormai noto, è quello della "collaboratrice" (che non lo era) Maria Rosaria Boccia. La biondissima 41enne di Pompei, mai nominata consigliera del ministro Sangiuliano, riceve però mail del direttore del Parco di Pompei in copia assieme ai funzionari del ministero e viene ospitata al Festival di Polignano a Mare in quanto “collaboratrice” del ministro. Boccia non aveva nessun contratto, ma da mesi si presentava come tale e le era stato promesso di occuparsi di grandi eventi, la cerimonia inaugurale del G7 della Cultura che si sarebbe tenuta nella sua città, Pompei. Il 5 giugno, il documento lo ha pubblicato Dagospia, il direttore del Parco di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, mette in copia Boccia, la informa del percorso, della pianta riguardante i possibili percorsi dei ministri. Ma Boccia partecipa anche al sopralluogo degli scavi archeologici, sempre a Pompei, insieme al ministro e il direttore, ascolta l’avanzamento delle scoperte. 

  

“Siamo davanti a una situazione molto grave che dimostra gravi falle organizzative su cui chiediamo chiarezza e che vengano fatti tutti gli accertamenti del caso anche da parte della Farnesina e del Ministero degli interni", attacca la capogruppo dem Manzi. "Sangiuliano deve uscire dal silenzio e spiegare nelle sedi istituzionali tutti i contorni di questa vicenda opaca della nomina di una sua consigliera, mai formalizzata, a cui è sia stato concesso di partecipare a riunioni interne dell’amministrazione, sopralluoghi per la definizione di importanti aspetti legati alla sicurezza e all’organizzazione del g7 e missioni istituzionali. Siamo davanti a una situazione molto grave perché in tutte quelle circostanze possono estere state rivelate, a una persona estranea all’amministrazione e senza alcun vincolo di segretezza con lo Stato, informazioni sensibili sia per la sicurezza nazionale la cui conoscenza peraltro potrebbe anche determinare vantaggi economici. Inoltre, da quanto si apprende questa consigliera mai formalizzata ha viaggiato ed è stata ospitata come consulente del ministro: non è escluso che questo possa aver determinato anche un danno erariale per l’amministrazione. Serve un immediato chiarimento. Perché il ministro non parla? Qualcuno lo sta ricattando? Questo non sarebbe accettabile” conclude la deputata democratica che ieri ha chiesto al presidente della commissione cultura della Camera, Federico Mollicone, di convocare urgentemente il ministro Sangiuliano per un question time sul tema già questa settimana.

  

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