Matteo Renzi e Carlo Calenda - foto Ansa

Le opposizioni

Renzi e Calenda chiedono le dimissioni di Sangiuliano per il caso Boccia: "Che aspetta?"

Redazione

"Il ministero deve tutelare la bellezza, non produrre degrado", scrive l'ex premier nella sua newsletter. Il leader di Azione: "Vicenda tragicomica". Si accoda Conte: "Imbarazzante spettacolo, il ministro riferisca in Parlamento"

"In questo governo c'è un degrado che l'Italia della cultura, dei musei, del festival del cinema, delle librerie e dei teatri non merita. Il ministero della Cultura deve tutelare la bellezza, non produrre degrado. Che aspetta a dimettersi Gennaro Sangiuliano?". Lo scrive nella Enews il leader di Italia viva Matteo Renzi, commentando il recente caso che vede protagonista Maria Rosaria Boccia e i suoi rapporti con il ministero della Cultura. L'ex premier ripercorre le ultime tappe del caso, citando la lettera del ministro inviata questa mattina alla Stampa e le smentite che l'influencer ha fatto sia nei confronti della missiva, sia a riguardo delle parole della premier Meloni di ieri sera su Rete 4. "Sono amareggiato per la vicenda. Il ministro della Cultura che ha cancellato la 18App accusando i ragazzi di truffe sta coprendosi di ridicolo per la vicenda di una sua collaboratrice, più o meno ufficiale, esponendo anche la presidente Meloni e tutto il governo", scrive Renzi. 
 


"Quello che però fa male in questa storia – prosegue – è l'utilizzo spregiudicato di Pompei. Noi abbiamo fatto tanta fatica, dieci anni fa, a rilanciare Pompei, credetemi. Sembrava un'impresa disperata e invece abbiamo restituito la bellezza di quel luogo al mondo. Leggere oggi che forse non si farà il G7 a Pompei per evitare le polemiche su questa storia boccaccesca (magari! Boccaccio era una persona seria) mi riempie il cuore di tristezza. Passino i libri non letti, l'ignoranza storica su Galileo, l'ignoranza geografica su Times Square, l'arroganza di voler dare sempre lezioni agli altri. Ma cacciare il ministero della Cultura in una storia così mediocre è imperdonabile".
 

L'ex premier ricorda le dimissioni dell'ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che ha lasciato il suo incarico qualche mese fa per delle accuse su presunti conflitti di interesse: "In questo governo si è dimesso il sottosegretario alla Cultura Sgarbi, e ha fatto bene perché era indifendibile, ma almeno di cultura ci capiva", ha detto. Oggi lo stesso critico d'arte, in un'intervista al Foglio, ha commentato i fatti che riguardano Sangiuliano chiedendo chiarimenti. "Non mi interessa se ci sono reati – continua Renzi – io sono garantista: penso e credo che non ci siano reati in questa storia. Ma c'è un degrado che l'Italia non merita. Il ministero della Cultura deve tutelare la bellezza, non produrre degrado. Che aspetta a dimettersi Gennaro Sangiuliano? Intanto Ivan Scalfarotto e Daniela Sbrollini hanno lanciato una petizione per chiedere a Sangiuliano di liberare il ministero dalla sua mediocrità", conclude.

 


In mattinata anche il leader di Azione Carlo Calenda ha chiesto le dimissioni del ministro: "Questa è una vicenda tragicomica", ha detto all'Aria che tira, aggiungendo: "Mentre la vicenda di Daniela Santanché è grave per l'uso improprio della cassa integrazione e per cui si devono chiedere le dimissioni, per Sangiuliano devono essere chieste per come fa il ministro della Cultura".
 

Per il momento Calenda e Renzi sono gli unici due leader che hanno chiesto esplicitamente le dimissioni di Sangiuliano. Il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, in una dichiarazione sui socia, ha infatti richiesto al ministro di riferire in Parlamento: "Deve comunicarci come sono stati usati i soldi e le informazioni delicate del governo, se sono andati nelle disponibilità di una imprenditrice e perché. Non possiamo permetterci teatrini, gossip social, mezze dichiarazioni e lettere alla stampa, alla vigilia di importanti appuntamenti internazionali", dice. E poi attacca la premier Meloni: "È imbarazzante assistere alla presidente del Consiglio che viene smentita in diretta dai documenti pubblicati sui social da una privata cittadina".
 


Dal Pd, invece, Elly Schlein non ha ancora deciso di commentare la vicenda in prima persona, seppur un primo attacco è arrivato, questa mattina, dal tesoriere e senatore Michele Fina: "Il governo è ridotto a una corte bizantina dove si assiste a una triste commedia dei finti equivoci. Meloni oramai difende l'indifendibile: Sangiuliano si dimetta", scrive.
 

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