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Tra chigi e il mef

Sostegno alle imprese, pensioni minime e privatizzazioni. Le ipotesi del governo per la Manovra

Redazione

Meloni detta la linea: "Basta bonus a pioggia". L'esecutivo dovrà tener conto del deficit. Sul tavolo una revisione dei fringe benefit, si va verso la conferma degli sgravi per chi assume i giovani e degli incentivi per la natalità. Sarà una legge di Bilancio da 25 miliardi

L'obiettivo principale, lo ha detto ieri la premier Giorgia Meloni, resta la crescita del paese. "Tutte le risorse disponibili devono continuare a essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie e dei lavoratori". La discussione sulla prossima manovra entra nel vivo, le risorse sono limitate, sebbene gli ultimi indicatori economici, dal pil all’occupazione, dall’export agli investimenti, restituiscano segnali di fiducia. Servirà trovare circa 25 miliardi di euro, come ha spiegato il sottosegretario all'Economia, il leghista Federico Freni.

    

Palazzo Chigi studia dunque i provvedimenti su cui dovrà essere incentrata la legge di Bilancio, insieme ai tagli e alle misure attraverso le quali recuperare risorse. La manovra dovrà infatti tenere conto del deficit: si lavora a un piano di rientro, con riforme e investimenti, che con tutta probabilità avrà durata di 7 anni: i 4 anni previsti dal nuovo Patto di stabilità Ue sono infatti estendibili. Entro il 20 settembre il governo dovrà inviare all'Ue un documento che spieghi come l'Italia intende procedere.
   
In questo quadro Meloni, intervistata da Nicola Porro, ha chiarito: "Basta con i bonus a pioggia e con i soldi buttati dalla finestra". Prima di rilanciare il tema delle pensioni minime: "Una delle nostre priorità. In questi due anni noi abbiamo lavorato per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita, ma abbiamo fatto una rivalutazione al 120 per cento per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo. L’abbiamo fatto facendo crescere di meno le pensioni che erano molto alte, un’opera secondo me equa, che continueremo a fare perché sicuramente queste persone sono quelle che hanno maggiore bisogno di aiuto da parte dello stato". Parole che certamente sono state accolte di buon grado da Forza Italia, da sempre in prima linea su questo fronte. La premier non ha parlato invece delle di Quota 41, l'ipotesi avanzata dalla Lega. Segnali.

    
   
Sul sostegno a famiglie e lavoratori: tra le ipotesi più gettonate restano la detassazione degli straordinari e il rifinanziamento dei mutui sulla prima casa per gli under 36 anni. Si punta alla conferma della super deduzione del 120 per cento, stesso discorso anche per taglio del cuneo fiscale e dell'Irpef. Via libera anche alla riconferma del bonus mamme: "Nei piani del governo c'è un incentivo alla natalità e un supporto delle lavoratrici madri", ha assicurato il sottosegretario Freni, Si proverà inoltre a lavorare sui fringe benefit, attraverso una rimodulazione del sistema vigente che superi le differenze tra i lavoratori e uniformi il limite al di sotto di quale c'è l'esenzione dalle tasse, tra i 1.500 e i 2.000 euro. 
   
Per recuperare spazi e risorse, si procederà inoltre con il piano privatizzazioni. Mps, Eni, Poste, Ferrovie dello Stato sono le principali indiziate in questo senso. 

 

Infine, sempre la premier, ha ribadito che non è nei piani del governo abolire l'assegno unico. "Lo sto difendendo", ha spiegato ieri Meloni. "L’Europa ha aperto una procedura d’infrazione perché noi dobbiamo dare l’assegno unico anche a tutti gli immigrati residenti in Italia anche se i loro figli non sono qui e questo rischia di far diventare l’assegno insostenibile". 
 

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