Foto dal profilo Instagram di Boccia 

La fine

Dal primo post di Boccia alle dimissioni del ministro: le tappe della Sangiuliano story

Alessandro Villari

"Un'amicizia divenuta flirt", la revoca della nomina promessa e l'imbarazzo del governo. Così in poco più di dieci giorni siamo arrivati alle dimissioni irrevocabili del ministro

26 agosto

Maria Rosaria Boccia pubblica un post su Instagram: una foto che la ritrae insieme all'ex direttore del Tg2 e la scritta "Grazie al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per la nomina a consigliere per i grandi eventi", ma il Collegio Romano smentisce facendo sapere che "non c'è alcuna nomina".

31 agosto

Quando si fanno pesanti le voci che l'accusano di mentire, posta, sempre su Instagram, una foto per sbugiardare dichiarazioni che le hanno attribuito e allega l'archivio delle sue storie per dimostrare che ha viaggiato a spese del ministro. Andrea Petrella, capo ufficio stampa Mic, a "In Onda", ribadisce che "è una che si vuole accreditare. Io ho appreso della conoscenza di questa signora attraverso le foto che sono rimbalzate sulle testate online". La donna pubblica gli screenshot da Whatspp mostrando come sia stato proprio Petrella a rimuoverla dalle chat "Social ministro" e "Monitoraggio ministro" il 16 agosto. Aggiunge anche che non poteva non conoscerla perché hanno presenziato agli stessi eventi e perché c'è stato uno scambio di messaggi, anche questi testimoniati con uno screen pubblicato su Instagram.

2 settembre

La premier Giorgia Meloni, intervistata da Paolo Del Debbio alla trasmissione "4 di sera", difende Sangiuliano: il titolare del dicastero "mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 e soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona". Allora Boccia, indignata, risponde su Instagram che "'questa persona' ha un nome, un cognome e un titolo" e pubblica una foto, taggando Meloni, di un documento con la scritta "Riunione dei Ministri della Cultura del G7-Napoli, 19-21 settembre 2024".

3 settembre

Palazzo Chigi è chiamato da alcuni Paesi del G7 a garantire che non ci sarebbero stati problemi di sicurezza dovuti alla divulgazione di materiale riservato in mano a Boccia. Ci sono altre grane: circolano notizie che la donna abbia registrato audio e video durante gli incontri del ministro (politici e non) con il suo cellulare e una telecamera nascosta negli occhiali. In un messaggio letto a "In Onda" da Luca Telese, Boccia dice "non ho mai ricattato nessuno, ho solo raccontato la verità. Anzi l'ho protetto: sono rimasta otto giorni in silenzio e ho parlato solo quando dichiarazioni inesatte mi hanno colpito nella mia dignità". Sangiuliano giura alla premier Meloni che la donna non ha "nulla di sensibile" da pubblicare e che non è stato speso neanche un euro pubblico. Al che gli risponde: "Non possiamo permetterci altre figuracce". Il governo teme l'accusa di peculato, anche perché Boccia è salita sulle auto blu del ministero.

4 settembre

Le opposizioni chiedono le dimissioni. Sangiuliano si fa intervistare dal direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci: un minuto e mezzo prima del Tg e quindici minuti dopo. Dice il ministro che quella con Boccia "era una relazione sentimentale, di tipo personale". Precisa che è stata Meloni a rifiutare le sue dimissioni, mostra i bonifici per i viaggi di Boccia "pagati con la mia carta- continua-perché non è stato speso un euro dallo Stato". A proposito della chiamata fatta a Boccia due giorni prima, il ministro racconta: "L'ho chiamata per dirle di essere corretta nelle informazioni". Ricorda che l'ha conosciuta durante la campagna per le elezioni europee di giugno e che da lì è partita "un'amicizia" divenuta flirt "ai primi di agosto". Il contratto di lavoro esiste, ma non è mai stato inviato "all'ufficio di bilancio", quindi non è valido.

La moglie gli aveva chiesto di "interrompere ogni rapporto, anche lavorativo" con lei, dice il ministro, compreso quindi l'incarico di consigliera per i grandi eventi. Non si mostra preoccupato della diffusione di chat personali perché "sarebbe un reato" e confessa che "ad un certo punto ho avuto il sospetto che Boccia registrasse. Sono censurabile sul piano morale, ma non vedo profili giuridici. Non sono ricattabile". Alla fine chiede scusa alla moglie, la persona "più importante della mia vita, a cui non intendevo rinunciare" e a Meloni "per l'imbarazzo". La donna risponde subito con una storia Instagram in cui scrive: "Un bugiardo recidivo in Parlamento non sarebbe gradito" e mette l'emoji dei pop corn. Alle due di notte pubblica un audio in cui si sente un funzionario del Mic dire che il decreto di nomina come "consigliere per i grandi eventi" esiste.

5 settembre

Esce un'anticipazione dell'intervista di Boccia alla "Stampa" in cui la donna dice che avrebbe assistito, e forse registrato, le conversazioni di Sangiuliano con gli altri esponenti del governo e di Fratelli d'Italia.

6 settembre

Esce l'intervista di Boccia. Da maggio è stata al seguito del ministro andando con lui a Ercolano, Polignano a Mare, Riva Ligure, Taormina, Sanremo e Milano. Ma tutti questi viaggi sono stati fatti prima del contratto da consigliera per i grandi eventi. Lei si giustifica: "Mi ha detto che mi servivano per conoscere la realtà del ministero in attesa che venisse formalizzata la nomina". Afferma che i documenti ricevuti via mail sul G7 erano riservati: c'erano "il percorso principale, i due alternativi per i ministri partecipanti e il dettaglio dell'organizzazione" e che ha "i documenti che certificano la mia presenza", Riguardo ai pagamenti: "Ho sempre saputo che le trasferte venivano pagate dal ministero". Non sa rispondere sul motivo per cui non sia stata assunta, "lo deve chiedere al ministro perché l'istituzione è lui".

Parlando delle chat dice che "con una persona con la quale ho una relazione non mi scambio solo delle foto innocenti ed emoticon. Parliamo della nostra vita personale quotidiana. Semmai posso scambiarmi anche qualche messaggio più piccante". Sa che se le divulgasse farebbe qualcosa di illegale, ma persiste: "Tutto quello che faccio per divulgare la verità è un reato, mentre tutte le omissioni e le verità distorte che dicono lui e i suoi collaboratori non lo sono".

Dice di aver registrato per tutelarsi perché il ministro le ha detto "io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l'istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che dirai", ma assicura che non ha mai usato gli occhiali "in presenza del ministro". Sangiuliano si è sentito sotto ricatto, Boccia spiega che non è lei a ricattarlo, ma "direttori di settimanali" e non risponde quando le si chiede se c'entri anche qualcuno in politica.

Alle ore 17.15 il ministro Sangiuliano si dimette dall'incarico.

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