l'intervento
Appendino striglia Conte e Grillo: "Il partito non appartiene a nessuno dei due"
La vicepresidente del Movimento: "Una scissione sarebbe un fallimento. Non accetteremo mai di essere subalterni al Pd. Il renzismo è lontano anni luce da noi". E sui due mandati: "Non sono un tabù"
"Il M5S non appartiene né a Conte né a Grillo ma alla sua comunità". E' questo l'affondo che la vicepresidente del Movimento cinque stelle Chiara Appendino ha rivolto ai due litiganti all'interno del M5s. L'ex sindaca di Torino parla a Repubblica e rivolge un appello affinché ci si fermi un attimo primo di compromettere la storia politica del Movimento. "Una scissione sarebbe un fallimento. C'è bisogno di un sano confronto interno per rilanciare battaglie identitarie attorno alle quali ravvivare quella voglia di scendere in piazza e quell'orgoglio di essere Movimento 5 Stelle", dice.
Solo la scorsa settimana Grillo aveva intimato dal suo blog agli iscritti al Movimento: scegliete, o me o Conte. E invece Appendino sfugge a questa dialettica interna. "Il M5S non appartiene né a Conte né a Grillo ma alla sua comunità. Conte ha avviato un percorso costituente in cui la nostra comunità è chiamata a prendere la parola e sarà protagonista. Io credo in questo percorso e voglio dare il mio contributo sui temi di giustizia sociale", spiega Appendino. Che comunque, all'interno del Movimento, è vista come una "contiana". A ogni modo Appendino traccia una traiettoria politica piuttosto evidente. A partire dalle considerazioni sul rapporto con il Pd di Elly Schlein. "Il M5s non accetterà mai di essere subalterno al Pd e a volte sui territori siamo stati fin troppo generosi con le coalizioni di centrosinistra", analizza. Anche se "siamo tutti impegnati a costruire un'alternativa credibile a questa destra che al governo sta facendo solo danni: tagliano la sanità, non aiutano le imprese, bocciano il salario minimo, non favoriscono la crescita, minano l'unità del paese, non realizzano il Pnrr. Qui il tema non è la collocazione nel campo progressista bensì la postura con cui costruisci le alleanze", ha aggiunto sempre l'ex sindaca.
Infine, a proposito della ritrovata sintonia tra la segretaria dem e Matteo Renzi, dalla grillina c'è una netta chiusura: "Il renzismo è lontano anni luce da noi e non vogliamo averci a che fare. Lui è quello del Jobs Act, noi del decreto dignità. Lui è quello di Bin Salman, noi quelli che propongono una legge sul conflitto di interessi, lui ha votato contro il salario minimo, noi lavoriamo da anni per renderlo legge. Devo continuare?". Mentre sull'ipotesi di rivedere la regola del limite dei due mandati, Appendino ha detto: "Sono contraria ai politici di professione, ma le esperienze non vanno disperse. I due mandati non sono un tabù".