editoriali

Pluralismo al centro? Perché no

Redazione

Le divisioni tra i centristi non sono una tragedia. Idee dopo il caso Marattin

Pluralismo al centro? Perché no. La decisione di Luigi Marattin di lasciare il gruppo di Italia viva, di cui era stato presidente, perché in dissenso con la scelta di Matteo Renzi di partecipare al cosiddetto campo largo delle opposizioni di sinistra e di centro, potrebbe sembrare l’ennesimo esempio di personalizzazione della politica, ma se si guarda senza prevenzioni può rappresentare un passaggio ulteriore nella complessa costruzione di un centro plurale. Ci sono i centristi affiliati alla coalizione di centrodestra, ci sono quelli che cercano di essere affilati al centrosinistra (cercano perché l’accoglienza riservata a Renzi non è certo stata calorosa), perché non dovrebbe esserci anche una componente di centro del centro? Sembra un gioco di parole, ma è anche l’effetto di un bipolarismo costruito in modo piuttosto arruffato nel centrodestra, dove però esiste, e tentato in modo confuso nell’altra area, dove le distanze tra Pd, 5 stelle e centristi sono colossali (basti pensare alla collocazione internazionale).

 

In sostanza il bipolarismo imperfetto all’italiana dipende più dalle leggi elettorali che da una costruzione politica. Non è un caso solo italiano, anzi da noi almeno ha prodotto governi che finché duravano riuscivano a far approvare le leggi di bilancio, come non accade ora né in Francia né in Spagna. Consolarsi con le disgrazie altrui può essere comodo ma non affronta il problema di un sistema politico ancora friabile, con improvvise emersioni e inabissamenti e una partecipazione politica scarsa e una partecipazione elettorale in perpetua decrescita. Dare un segnale di critica a questo bipolarismo e ai suoi difetti può essere un po’ rodomontesco, ma chissà che non possa spingere a ragionare su problemi reali spesso nascosti sotto il tappeto. La disgregazione del centro non è opera sua, la sua iniziativa non ha ambizioni elettoralistiche e può aprire una discussione che affronti il quesito del perché se, come tutti dicono, le elezioni si vincono al centro, il centro non vince mai le elezioni. Pluralismo al centro? Perché no.

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