A roma
Il campo largo si ritrova alla festa di Avs tra proclami di unità e qualche fischio su Renzi e Ucraina
Elly Schlein insiste sulla linea unitaria, ribadisce il no al Jobs act ma bacchetta Conte sui decreti sicurezza. Magi fa notare le differenze sull'Ucraina e viene fischiato. Poi propone "un tavolo permanente", raccogliendo il sì degli altri leader. Bonelli apre a Calenda per un confronto sul nucleare
Un brindisi, un'altra foto e forse anche un altro piccolo passo per la difficile costruzione del campo largo. L'occasione era la festa nazionale di Avs, ieri a Roma al Parco Nomentano. Sul palco, a fare gli onori di casa, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, con i leader di Pd e M5s, Elly Schlein e Giuseppe Conte, e Riccardo Magi, segretario di + Europa. Invito non pervenuto, invece, per Carlo Calenda e Matteo Renzi – con tanto di fischi del pubblico, quando è stato evocato il nome di Maria Elena Boschi.
"No ai veti. Se ragioniamo tra di noi possiamo conciliare le nostre differenze perché è tanto di più quello che ci unisce. Abbiamo di fronte una classe dirigente incapace al governo. Tante sono le ragioni che ci uniscono”, dice quindi Elly Schlein. Invitando ancora una volta a fare fronte comune. "Renzi e Calenda? Io penso che oggi è importante intanto che siamo qui insieme. C'è tanto da discutere ma discutiamo insieme. Nelle regioni e nelle città siamo stati in grado di mettere insieme anche altre forze che stasera non sono qui", ricorda la segretaria. "Proviamo a non prenderla dal lato dei nomi ma dei temi: se uno mi viene a dire 'rifacciamo il Jobs Act' dico di no, come se mi dice rifacciamo i decreti sicurezza. Qui stasera c'è un nucleo, partiamo da qui e andiamo avanti", aggiunge lanciando una frecciata a Giuseppe Conte sul provvedimento approvato dal governo gialloverde. E Infine: "Nelle prossima manovra uniamoci su alcune priorità e saremo più forti”.
Per Bonelli, "Noi dobbiamo avere la consapevolezza che abbiamo la responsabilità di fronte al paese di essere uniti. E non parlo di sommatoria di sigle ma di un progetto e manderemo a casa questa destra”. Serve insomma confrontarsi, e il leader dei Verdi si dice pronto a parlare anche con Azione, sul nucleare. "Il confronto si fa senza veti. Calenda ha posto una serie di paletti per fare un confronto programmatico. Ad esempio, ci mette il nucleare ma i numeri ci dicono che non conviene, i costi sarebbero triplicati e io dico a Carlo: confrontiamoci su questo”. L'altro frontman di Avs, Fratoianni rilancia: "Mai più una campagna elettorale in cui, per le nostre divisioni, la destra ha già vinto”.
Le differenze però non mancano. Il no a Meloni tiene uniti, ma a dividere è la politica estera. Una divisione resa più evidente dallo scambio tra Conte e Magi.
Il capo del M5s prima attacca il governo, chiede "politiche sociali per restituire potere salariale, salario minimo tale su cui il governo ci ha preso in giro. Avevano detto che avrebbero messo su un miliardo, ne hanno spesi 100 milioni. Piove, governo ladro? Piove, governo incapace”, dice l'ex premier. Poi critica con forza gli Stati Uniti e l'amministrazione Biden per la gestione dei conflitti in Ucraina e medio oriente. Una posizione che non piace al segretario di + Europa. "Non ho compreso se la difesa del diritto internazionale, Conte spera di trovarla in Trump", sottolinea quindi Magi, che nel corso della serata riceverà anche dei fischi parlando di politica estera. La risposta di Conte: "Secondo questa logica, se non sono soddisfatto di come è stato gestito il conflitto russo-ucraino, allora sono filoputiniano? Queste cose lasciale scrivere ad altri".
Screzi che di li a poco Magi prova a superare proponendo "un tavolo permanente di confronto. Tra noi ci sono divisioni, parliamone". Una richiesta che sul palco della festa di Avs viene accettata da tutti i leader presenti. Chissà. Intanto la serata si conclude con un brindisi a base di birra e grandi sorrisi.