Francesca Pascale - foto Ansa

Editoriali

Il Cav. che serve a Rep. (via Francesca Pascale)

Redazione

Dopo la smentita di Marina Berlusconi, ecco il ritratto-intervista a Francesca Pascale. Ora il Caimano è pronto a entrare nel Pantheon degli eredi di Scalfari. Bene

Ogni nuova svolta di Repubblica verso la dimensione del garantismo, o del riconoscimento di legittimità politica anche per quelli che in passato erano considerati nemici o mostri, va festeggiata come un fatto positivo. Fa parte della normalizzazione della vita pubblica di cui c’è davvero bisogno. Ormai assodato il nuovo garantismo con cui la testata di Largo Fochetti relativizza ad esempio le inchieste che sfiorano la famiglia Elkann, è ora il momento di riconoscere una grande svolta sulla figura di Silvio Berlusconi, l’ex Caimano pronto a entrare nel Pantheon degli eredi di Scalfari. Un passo importante, anche se arriva per vie un po’ traverse, o semplicemente per un eccesso di zelo cronistico. Come lo strabiliante ritratto-intervista di ieri, in cui Francesca Pascale viene presa sul serio nemmeno fosse Kamala Harris: “Riunirò i liberali delusi da FI”, il titolo. Del resto Repubblica, dopo la smentita di Marina Berlusconi, ha bisogno di nuove icone per battere lo stesso chiodo: la nuova (o antica?) Forza Italia lontana da Meloni.
 

Per chi non abbia proprio perso la memoria può suonare un po’ ridicolo, ma è ugualmente un gran bel un bel segnale. Per sorreggere il suo schema, Rep. è costretta a omaggiare quella che per anni, a sinistra, è stata maltrattata come “la fidanzata di Berlusconi” o peggio. Ma soprattutto deve abbracciare, ex post, il pensiero e il lascito liberale (e libertario) di Berlusconi. E questa è la novità. Restituire a Forza Italia “agibilità e capacità di manovra”, scritto dal giornale che per vent’anni ha tentato in ogni modo di negarla al suo fondatore è una svolta notevole. Con entusiasmo Rep. vagheggia la nascita di “un partito magari più in sintonia con le idee del fondatore di Forza Italia, ormai travolte dal vento sovranista”. Pascale conclude: “Il mio intento è riunire le anime liberali che si sono allontanate da Forza Italia quando, per colpa di qualche dirigente troppo vicino a Matteo Salvini, ha preso un piega sovranista”. Da “Silvio ci manchi” a tornare a Silvio. Ma questa volta Repubblica applaude. Magnifico.

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