Il colloquio
Vladimir Luxuria su Pascale: “Cara Francesca, attenta che la sinistra ti usa e ti getta”
"Lei è intelligente. Ma potrebbe anche essere vittima di un meno intelligente processo di santificazione da parte della sinistra dopo anni di demonizzazione". I consigli di un'amica sincera
“Francesca Pascale è una donna intelligente…ma…”. Ohibò, ma? “Ma potrebbe anche essere vittima di un meno intelligente processo di santificazione da parte della sinistra dopo anni di demonizzazione”. Il solito copione, quindi? “Il solito. Pascale è nel solco di Veronica Lario e di Mara Carfagna. In un certo senso somiglia quasi ad Ambra Angiolini, la quindicenne di ‘Non è la Rai’ derubricata a ragazzetta Mediaset e poi elevata a santa laica di sinistra”. Così parla al Foglio Vladimir Luxuria, attivista, opinionista ed ex parlamentare di Rifondazione comunista, che di Pascale, anche lei attivista, oramai opinionista ed ex politica italiana, è un’amica sincera.
Insieme hanno portato avanti le cause Lgbt. Fianco a fianco hanno sventolato vessilli arcobaleno. Non di rado, poi, si sono incontrate per cene più intime. Come accadde nel 2014 a Palazzo Grazioli, con il Cav. e Dudù. E insomma Ambra che vai Francesca che trovi. Pascale come Lario, forse addirittura come Gianfranco Fini e come lo stesso Berlusconi passato a miglior vita. E poi ancora – concedeteci un’iperbole – Francesca Pascale come Indro Montanelli. In sintesi: demoni di destra che – oplà – si trasformano in angeli di sinistra. Una vecchia storia.
Ma Luxuria, non c’è il rischio che questa stessa sinistra, così affettuosa, da un momento all’altro la getti via? Del resto Francesca Pascale, per loro, è la ragazza del calippo, ce lo ricordiamo. Oggi la invita Serena Bortone a Rai Radio 2, domani la convoca Lilli Gruber a “Otto e Mezzo”, eppure un tempo la chiamavano la Calippa. “Francesca Pascale”, ribadisce l’amica attivista, “è una donna intelligente e se viene ospitata in televisione per parlare di diritti civili è solo che un bene. Poi certo, c’è un meccanismo tipico a sinistra”. Quale? “Quello di scrivere sulla lavagna i buoni e i cattivi”. E di spostare, mano a mano, gli uni di qua, gli altri di là? “In qualche modo capitò anche a me quando da Montecitorio trasmigrai nell’Isola dei famosi. Sa cosa scrisse di me Norma Rangeri?” Cosa? “Che ero una ‘pettegola da condominio’, sul Manifesto. Mentre Fausto Bertinotti mi incoraggiò intuendo, come forse intuisce Francesca, che la televisione è un mezzo per fare attivismo e per fare politica”.
Quindi, al di là dell’infantilismo di chi la demonizza e poi la venera, l’ubiquità di Pascale è un bene. “Altroché. Anzi, oltre il progetto televisivo, l’ubiquità potrebbe nascondere persino un progetto politico”. Lei dice? Chissà. Le vie del Cavaliere sono infinite. “Come Marina Berlusconi e come la stessa Mara Carfagna, Francesca Pascale è tutt’altro che Eugenia Roccella”. Non c’è dubbio. “E’ una destra, la loro, più simile a quella inglese di David Cameron”, argomenta Luxuria, “sicché non è da escludere l’effervescenza di un forza centrista”. Una forza attenta ai diritti civili? “Direi una forza di ‘destra occidentale’, più in linea col partito popolare europeo”. Tradotto: una destra “anti meloniana e anti salviniana”, stando al mantra dell’ex fidanzata del Cav.
Ma a proposito, il Cav.? “Credo che Marina e Francesca stiano portando avanti la sensibilità dell’ultimo Silvio. Pensi che quando Pascale e Berlusconi parteciparono al Gay Village, nel 2014, lui poi mi invitò ad Arcore”. E...? “Il risultato di quella cena fu la libertà di voto, per i parlamentari di Forza Italia, sulla legge relativa alle unioni civili”.
Arcore, certo, epperò noi ci ricordiamo – sempre nel 2014 – il quartetto patafisico di Palazzo Grazioli. Berlusconi, Pascale, Luxuria e Dudù. Che incontro fu quello? “Bello, come sempre”. Ci dica di più. “Avevamo bevuto un rum al cacao, eravamo un po’ alticci, e io postai la foto su Instagram. Al che fui inondata di commenti in stile Norma Rangeri”. Del tipo? “In tanti pensavano stessi per iscrivermi a Forza Italia. E forse non avevano torto”. Perché, davvero ci ha pensato? “Ci ho pensato e ci penso. Sui diritti siamo fanalino di coda in Europa e i governi di sinistra, negli anni, hanno realizzato il minimo sindacale. Giusto la legge sulle unioni civili. Quindi ci penso, sì, a iscrivermi a Forza Italia. E in Francesca Pascale”, la nuova santa, “io ho fiducia”.