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Il Pd cede a Conte in Liguria: Iv fuori dalla coalizione nonostante l'accordo già firmato

Redazione

"Pressioni del M5s", dice Raffaella Paita annunciando che i renziani non saranno della partita sebbene l'apparentamento con l'ex ministro fosse stato già siglato. I grillini avevano chiesto che i candidati legati a Renzi fossero sostituiti nelle liste

Andrea Orlando è il candidato presidente, ma in Liguria le carte le dà Giuseppe Conte. L'ex premier ha pressato fino all'ultimo – oggi scade il termine per la presentazione delle liste – e alla fine ha ottenuto quello che voleva. Italia viva esce dalla coalizione, nonostante l'accordo siglato con il Pd, in un documento che pubblichiamo di sguito, fosse stato già firmato e sottoscritto due giorni fa dallo stesso Orlando. Dopo la rottura sulla Rai, le bagarre tutta interna all'opposizione continua. 

 

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"Nelle ultime ore - su pressione dei Cinque Stelle- ci è stato chiesto di eliminare l'apparentamento o cancellare dalla lista i nomi di alcuni nostri rappresentanti. E per noi non è politicamente serio", dice Raffaella Paita, che ha seguito da vicino la partita di Iv in Liguria, in una nota in cui ufficializza la decisione del partito.  "Siamo disponibili a fare gli accordi con il centrosinistra ma non a tutti i costi.  Siamo favorevoli alla costruzione di una coalizione di centrosinistra anche facendo un generoso sforzo di mediazione ma per noi - a differenza di altri, come abbiamo visto anche in queste ore a livello nazionale - prima delle poltrone viene la dignità. Possiamo rinunciare alle poltrone ma non rinunceremo mai alla dignità. E alla libertà", scrive ancora la deputata renziana spiegando come Iv avesse già rinunciato a presentare il proprio simbolo convogliando le forze nelle lista "Riformisti uniti".

Non era abbastanza per il M5s che sino all'ultimo ha alzato la posta, chiedendo che i candidati vicino a Iv fossero estromessi dalla coalizione. ICosì alla fine è maturato il passo indietro di Iv, che segue le tensioni, le polemiche e le accuse tra grillini e renziani sulle nomine Rai.  E' un altro colpo al campo largo, sempre più a pezzi.

Orlando intanto prova a ricomporre: "Una delle parole d’ordine che più spesso mi sento ripetere quando giro, quando incontro le persone nelle piazze, negli appuntamenti elettorali è: unità. Questo è l’appello che arriva dal basso, lo voglio girare al campo largo, ai suoi dirigenti che in questo momento hanno momenti di tensione, di frizione e lo voglio rafforzare non solo perché, lo voglio dire con molta chiarezza, andiamo incontro a una tornata importante dal punto di vista amministrativo in Liguria, poi in Umbria e in Emilia-Romagna”. Per l'ex ministro della Giustizia "siamo alla vigilia di una legge di bilancio che colpirà le fasce più deboli della popolazione e metterà le mani sulle pensioni. E per questo motivo io sono convinto che sia necessario che l’argine, l'unico argine possibile alla destra in questo momento, cioè l’insieme delle forze politiche e sociali che si oppongono alla politica del governo, possa realizzare il massimo della propria unità. Questo è stato anche un po' il senso della mia candidatura e spero che sia colto fino in fondo da tutti".  

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