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Editoriali

Il Giorgetti politico: al Mef c'è un ministro con una visione “morale” e ideologica

Redazione

Le revisioni sul pil non destano preoccupazioni, ma la manovra dovrà comunque essere "prudente": per recuperare risorse il governo interverrà anche sul catasto aggiornando ai valori di mercato gli immobili che hanno beneficiato del Superbonus

L’audizione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sul Piano strutturale di Bilancio, che indica il percorso del paese per i prossimi anni almeno fino al 2029, è stata divisa in due tempi. Nel primo tempo ha parlato il tecnico, descrivendo i numeri del piano, l’andamento macroeconomico del paese, l’impatto delle revisioni statistiche dell’Istat sui conti pubblici. Il messaggio di fondo è che la correzione della finanza pubblica è coerente con le indicazioni della Commissione europea, anzi è prevista l’uscita dalla procedura di deficit eccessivo con un anno di anticipo, e che le revisioni sul pil non suscitano preoccupazione sulle previsioni di crescita. Nel secondo tempo, quello successivo alle domande e alle contestazioni dei parlamentari di opposizione, ha parlato il politico. Qui Giorgetti ha dato alcune indicazioni più specifiche. Intanto sull’impostazione della manovra: “prudente”, ha detto più volte. Ad esempio non sono state considerate le entrate del concordato preventivo e per la spesa per interessi è stato considerato uno spread superiore a quello attuale. Questo atteggiamento “prudente” ha pagato finora, dice il ministro, mostrando un deficit più basso del previsto e risorse ora utilizzabili per confermare la decontribuzione per i redditi più bassi, che dovrebbe subire modifiche tecniche per ovviare ad alcune criticità ma preservando l’effetto economico in busta paga. Per giunta il governo, per recuperare risorse, interverrà sul catasto aggiornando ai valori di mercato gli immobili che hanno beneficiato del Superbonus. Oltre alle misure specifiche, Giorgetti ha lanciato anche un messaggio “ideologico”: la correzione verrà fatta tagliando le spese (con l’eccezione della spesa sanitaria) più che aumentando le tasse. Ha anche rivendicato la prospettiva di un forte avanzo primario di bilancio, contestata dal M5s come una politica depressiva, dicendo che è una scelta “di carattere morale”: non fare “nuovo a carico delle giovani generazioni”. Vedremo i fatti nella legge di Bilancio, ma si vede che ora al Mef c’è un politico.

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