Editoriali
Sugli immobili, Rep. si traveste da Libero
Una certa idea dell’erario. A Largo Fochetti perdono la bussola sulle tasse sulla casa, trasformando il governo da condonante seriale e amico degli evasori, a sfrenato bastonatore dei furbetti del catasto
Sono pochi due giorni, anche per il più prudente e insieme spericolato direttore del mondo, per trasformare Giancarlo Giorgetti, la Lega, il centrodestra tutto, nella curva sud delle tasse. Il tentativo di Repubblica, finora, si è tradotto in titoli che morivano accanto ai sommari, tra “Imu che sale”, e non è vero, e “furbetti del catasto da stanare”, e certo, ci mancherebbe. Un proposito ovvio la ricerca del furbetto, condivisibile a prescindere, anche se si possono usare espressioni più eleganti e meno abusate, ma è difficile ritenere l’eventuale riemersione della casa fantasma una colpa del governo delle tasse. Il tentativo di trasformare Giancarlo Giorgetti in una specie di reincarnazione di Tommaso Padoa Schioppa passato però a destra (anche lui molto meglio di come veniva descritto, nel suo caso, dai giornali di opposizione dell’epoca), ha prodotto pagine grottesche, in cui anche chi avesse cercato di capire che linea Repubblica stava cercando di dare alla sinistra di opposizione si sarebbe perso tra confuse contraddizioni. Soprattutto perché lo stesso giornale fino a un attimo prima aveva battuto sul tasto del governo amico degli evasori, campione dei condoni e così via. E poi, invece, ecco il miracolo. Il governo condonante diventa bastonante, non solo perché intende chiedere all’agenzia delle entrate di far applicare la legge già in vigore sulla determinazione delle rendite catastali e di rintracciare le proprietà immobiliari non dichiarate, ma perché intende far pagare di più le partite Iva dopo l’adesione al concordato (ma non era un condono?) e perché vuole adeguare le accise sul Diesel alle regole europee, sterilizzando però gli aumenti per un settore delicato come l’autotrasporto. Una baraonda totale, in cui il lettore del giornale di Largo Fochetti finiva disorientato, con divertimento di alcuni, con l’impressione di avere tra le mani, se non il bollettino degli amici di Confedilizia, addirittura Libero o La Verità diventati però improvvisamente giornali di opposizione, o si perdeva alla ricerca di una certa idea dell’erario.