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EDITORIALI

Il caso dei conti spiati e la vigilanza che manca in Bankitalia

Redazione

Quello che è successo a Bari è sintomo di un problema strutturale, che si può risolvere dando alle autorità preposte maggiori possibilità di intervento e strumenti per capire tempestivamente o perfino per prevenire il ripetersi di accessi incresciosi a informazioni riservate

Il Garante per la privacy, di fronte alla sfilza di conti correnti serenamente spiati (non proprio robetta, come quella su cui dobbiamo mettere decine di firme per qualunque banale transazione), dice di aver avviato una richiesta di informazioni tempestiva. E poi, mettendoci un po’ di enfasi, aggiunge di aver “acceso un faro su un fenomeno inquietante” e di attendere spiegazioni e chiarimenti dall’ente da cui sono partiti questi accessi. E prima di tutto c’è la procura, che va avanti, come si dice in questi casi, e contesta alla banca la mancanza di tempestività nella comunicazione dei problemi rilevati, della scoperta degli accessi illegali. L’impressione è che i tanti controllori in azione in Italia, interni, esterni, statali, privati, siano stati presi di sorpresa da un macroscopico buco nella sicurezza e dalla mancanza di strumenti reali di difesa per chi ne è vittima. Tutti sono stati travolti dalla spregiudicatezza e dalla passione, certamente smodata e forse solo personale o forse no, di un funzionario di banca per i conti e i movimenti bancari degli altri, possibilmente famosi o potenti. Tace la Banca d’Italia. Forse sta agendo nella riservatezza, forse a Via Nazionale si stanno chiedendo che fare. Ma certamente non possono disinteressarsi della vicenda, perché ne va anche della reputazione del sistema bancario italiano, della fiducia tra banca e correntisti, della tutela di quel rapporto fiduciario che è un valore primario per una banca, quando è affidataria di risparmi o quando gestisce depositi in conto corrente. Sarebbe bene trarre almeno qualche lezione da questa generale disfatta della riservatezza e dare alle autorità di controllo, quelle preposte a tutela della privacy e in generale al rispetto della legge, e all’Autorità di vigilanza sulle questioni strettamente bancarie, maggiori possibilità di intervento e anche qualche strumento per capire tempestivamente o perfino per prevenire il ripetersi di accessi incresciosi alla portata di un qualunque funzionario maldisposto.

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