Festa dell'ottimismo
Zangrillo: "La mia missione è attrarre nuovi talenti nella Pa"
"Bisogna cambiare la narrazione sulla Pa". Il Pnrr? "Ci ha dato un senso di urgenza". E l'inflazione? "Metteremo 8 miliardi nella Legge di bilancio". Intervista al ministro della Pubblica amministrazione
"Sento dire in giro che 'Zangrillo vuole aziendalizzare la Pa'. A parte che non so cosa significhi, ma se fare questo significa introdurre meccanismi che consentono alle persone di sapere che, se lo meritano, verranno valorizzate, beh allora io voglio aziendalizzare la pa", ha scandito il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, intervistato da Giuseppe De Filippi alla Festa del Foglio.
Il ministro ha l'intenzione di "cambiare la narrazione sulla Pa che oggi è vissuta come un ostacolo, invece la burocrazia deve essere alleata delle imprese". Sono in molti a ritenere che gli statali siano troppi, ma Zangrillo smonta questa tesi portando alcuni dati sull'Europa: "In Italia il rapporto tra dipendenti pubblici e residenti è il 5,6 per cento, invece negli altri paesi è al 9 per cento, i dipendenti pubblici occupati sono 14 per cento nella penisola, la media dei paesi Ocse è il 19 per cento, mentre il nord Europa arriva fino al 25-30 per cento".
Ma la vera sfida è quella di attrarre persone adatte "per garantire una capacità di rispondere ai suoi utenti". Bisogna saper coniugare questa attrattività "con la capacità di rispondere al turn over, perché da qui al 2032 la Pa perderà un milione di dipendenti. Viviamo in un'epoca di profondo cambiamento",
Per rendere possibile questo passaggio di consegne è necessario però semplificare alcune procedure: "Il tempo medio nel 2022 di procedure concorsuali era di 700 giorni, abbiamo digitalizzato le procedure con un unico portale di accesso e siamo arrivati a 5 mesi che per me è ancora tanto: l'accesso a un organizzazione è il biglietto da visita dell'organizzazione". Ma soprattutto "abbiamo bisogno di profili validi, dobbiamo convincere un giovane che entrare nella Pa può essere stimolante. Le competenze vanno in obsolescenza a una velocità straordinaria, non dobbiamo considerare la formazione come un orpello".
Come si attuerebbe questa semplificazione? "Ho provato un approccio diverso, fino a oggi era realizzata con esperti che studiavano le norme e le sostituivano con le nuove, io invece voglio condividere questa semplificazione con il programma 'Facciamo semplice l'italia': sentiamo le province e i comuni, non nel chiuso degli uffici, lo chiediamo ai nostri utenti e alle imprese".
La semplificazione si rende necessaria soprattutto perché bisogna mettere a terra i progetti del Pnrr entro il 2026: "E' una sfida complessa perché ci pone di fronte a un traguardo a cui l'Italia non era abituata, per realizzare un'opera di 5 milioni il tempo medio è 11 anni, il Pnrr ha un piano di 6 anni: ci sta abituando ad acquisire una skill manageriale fondamentale: senso di urgenza".
A proposito di Pnrr, perché ci sono stati ritardi? "Questo governo ha ripensato molte delle milestone proprio per impegnarci sulle cose da realizzare, quando il Piano era stato concepito le condizioni erano molto diverse, a partire dall'invasione dell'Ucraina. Ricordo che tra i più importanti attuatori del Pnrr ci sono gli enti locali, come i comuni. Con loro abbiamo avviato dei piani di assunzione negli enti territoriali e abbiamo definito regole per attrarre persone con contratto a tempo indeterminato se si fermano per almeno 36 mesi".
I sindacati però vorrebbero più soldi negli stipendi anche a causa dell'inflazione. Il ministro risponde: "Abbiamo raggiunto un'inflazione a doppia cifra nel 2022-23, se avessimo stanziato dei fondi per coprire l'inflazione sugli stipendi sarebbero serviti 32 miliardi. Bisogna fare i conti con la realtà, abbiamo stanziato per il 2024 8 miliardi, 1/3 della manovra".