Sciopero

Sindacati e opposizioni in piazza contro Stellantis. Landini: "Meloni convochi un tavolo". Schlein: "Riportare produzione in Italia"

A Roma tutte le sigle dei metalmeccanici per chiedere chiarezza sulla produzione industriale del gruppo automotive. "Siamo 20 mila". Sfilano anche le opposizioni. Calenda: "Elkann venga in Parlmento". Conte: "Si preannuncia un disastro sociale"

Redazione
Ansa video

Non è la pioggia a fermare lo sciopero unitario organizzato dalle sigle sindacali Fiom, Fim e Uilm. Per le strade di Roma, sotto lo slogan "Cambiamo marcia: acceleriamo verso un futuro più giusto", l'intero settore dell'automotive ha manifestato per difendere l'occupazione e rilanciare il futuro dell'industria dell'auto in Italia, a partire dai siti Stellantis. La multinazionale dell'amministratore delegato Carlos Tavares infatti continua a evocare licenziamenti e annunciare stop della produzione. In piazza, secondo gli organizzatori circa 20 mila persone. 

Il corteo si è mosso da piazza Barberini verso piazza del Popolo, dove i segretari generali dei sindacati dei metalmeccanici, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella sono intervenuti dal palco. In piazza anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. 

Lo sciopero del settore automotive chiede in modo esplicito al governo e al presidente del Consiglio "che convochino un tavolo dove ci siano Stellantis, tutta la componentistica e tutte le organizzazioni sindacali. Non possiamo piu' aspettare, c'è bisogno di un piano industriale che rilanci la produzioni nel nostro Paese e contemporaneamente c'è bisogno che questa azione abbia una dimensione europea, perché è tutto il sistema industriale europeo a rischio", ha detto il segretario Landini intervenendo a Roma. "Inoltre, questa manifestazione dice anche che bisogna aumentare i salari, ridurre la precarietà e fare una lotta senza quartiere all'evasione fiscale e trovare un sistema fiscale che recuperi quelle risorse dalla rendita finanziaria e dai profitti che servono per fare investimenti e creare lavoro".

 Da Schlein a Conte fino a Calenda: le reazioni dell'opposizione

Hanno partecipazione al corteo anche i leader dei partiti dell'opposizione: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Carlo Calenda. Proprio quest'ultimo ancora qualche giorno fa alla Festa del Foglio a Firenze aveva avuto qualcosa da ridire sulla questione Stellantis, accusando anche il segretario della Cgil: "Per moltissimi anni non è stata detta una parola: Landini sulla questione di Elkann non ha detto una parola!".

La segretaria del Pd Elly Schlein ha detto che per garantire "un futuro al settore" è necessario "riportare la produzione in Italia e ricominciare a investire in ricerca e sviluppo".  E chiede "impegni chiari e concreti al governo e all'azienda. Abbiamo svolto una audizione con l'Ad di Stellantis e non siamo soddisfatti. Noi ci siamo e ci saremo, abbiamo depositato una mozione unitaria e chiesto che sia udito anche Elkann, l'azienda ha responsabilità storiche verso il paese, deve fare la sua parte fino in fondo".

Secondo Giuseppe Conte, invece, "Giorgetti in Parlamento non ha nominato Stellantis, ha detto che con questa legge di Bilancio gli operai devono essere felici. Credo che sia da irresponsabili offrire una illusione a chi è in cassa integrazione". E alza i toni: "Il disastro sociale che si preannuncia con questo progressivo disimpegno di Stellantis è un problema sociale serio. E' assolutamente necessario che il governo chiami Stellantis a chiarire le strategie perchè Tavares non ha assolutamente nessun progetto per l'Italia, nessuna idea chiara che non siano gli incentivi".

"E' assurdo che non sia ancora successo: bisogna portare Tavares e Elknann a palazzo Chigi, ma bisogna farlo subito. Il prossimo autunno avremo un disastro aziendale annunciato", ha detto Carlo Calenda.

E' intervenuto anche il portavoce di Europa verde e deputato di Alleanza verdi e sinistra, Angelo Bonelli: "Il processo di deindustrializzazione del settore automotive sarebbe un qualcosa di drammatico per il nostro paese. Stellantis ha applicato una strategia inaccettabile: quella del 'mordi e fuggi', usufruendo di oltre sette miliardi di fondi pubblici negli anni passati per poi delocalizzare in paesi terzi come Algeria e Marocco". Si è poi rivolto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Anzichè fare la guerra alla transizione ecologica vada in Europa a battere i pugni e a chiedere investimenti per questo settore industriale, come stanno facendo molti altri paesi europei, in modo da accompagnare questa transizione che ormai è inevitabile".

 

Dalla maggioranza è intervenuto ha il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Tommaso Foti dicendo che il governo Meloni, "come fa ormai da inizio mandato, anche su Stellantis prova a rimediare ai disastri di decisioni scellerate prese da Giuseppe Conte, che ora si arroga il diritto di scendere in piazza per chiedere a noi risposte. Forse Conte dimentica che fu lui, con il cappello in mano, a non imporre ai tempi della fusione con l'azienda francese le condizioni che avrebbero salvaguardato i lavoratori dell'automotive italiano. E' dunque lui il principale responsabile della sofferenza di uno dei piu' importante i settori trainanti della nostra economia. Altro che avvocato del popolo! Il 'disastro sociale' che Conte ci imputa, vede in lui il maggiore responsabile. L'ormai ex grillino, che si diverte con le sue ridicole arringhe a strillare in piazza, usi il fiato invece per spiegarci perche' regalo' macchinari a Fca per fare mascherine chirurgiche inutilizzate e costate 300 milioni agli italiani".

Alle richieste dei lavoratori ha risposto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso affermando di rispettare "molto i sindacati che oggi stanno manifestando e rispetto molti le indicazioni del Parlamento. Per questo la convocazione di Stellantis la farò solo domani. Sono molto vicino ai sindacati e ai lavoratori, loro lo sanno".

 

Nella Capitale anche delegazioni di sindacati europei e mondiali. Fismic Confsal, Uglm e Associazione Quadri, che hanno partecipato alla manifestazione a Mirafiori, si sono riunite in molte piazze d'Italia - Torino, Bari, Potenza, Napoli, Avellino, Cassino e Termoli - con lo slogan "L'Automotive merita di più".

Del resto quella del settore è una crisi che riguarda tutti i lavoratori, non solo quelli italiani, e infatti i sindacati avvertono che "Stellantis in Italia e in generale l'automotive in Europa sono al collasso. Sono irrimediabilmente a rischio la prospettiva industriale e occupazionale" e per questo, come si legge nel volantino dello sciopero, "sono urgenti risposte da parte dell'Ue, governo, Stellantis e aziende della componentistica". Il settore dell'auto "è un settore strategico, ma è a rischio".

 

A Torino, nella sede di Mirafiori, l'azienda ha già prolungato fino al 4 novembre lo stop per gli operai delle carrozzerie, ma per molti lavoratori in cassa integrazione sono giorni di disagi economici. L'agenzia Moody's nel suo ultimo report ha abbassato l'outlook per l'intera industria automobilistica globale da stabile a negativo. Calano le aspettative di vendita per Europa e Stati Uniti, ma anche per la Cina. Le previsioni di crescita per il 2024 secondo le stime di Moody's si fermano a un +0,4% contro l'1,6% stimato in precedenza e anche nel 2025 si prevede una crescita moderata dei volumi. "In Italia solo un veicolo immatricolato su 20 è full electric. La situazione di mercato è triste" spiega Motus-E, l'associazione italiana degli operatori industriali, filiera automotive e mondo accademico che punta allo sviluppo della mobilità elettrica in Italia.

 Cosa avevano detto i sindacati 

Per il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, "siamo di fronte a una transizione e pensiamo sia affrontata in  modo sbagliato, sia da parte dell'Ue, sia da parte del Governo italiano. Il tema non è solo che i produttori cinesi entrano in Italia, ma che Stellantis addirittura ha fatto un accordo con Leapmotor (produttore cinese di auto, ndr) per commercializzare prodotti cinesi e per produrli in Polonia. Insomma, siamo davanti a un qualcosa di drammatico".

 

Le prospettive, dai livelli di produzione all'occupazione, non sono chiare, non c'è un piano industriale che definisca un futuro. Il governo convochi le parti sociali, Stellantis e le aziende della componentistica a palazzo Chigi perché c'è bisogno di un piano strategico complessivo in Italia e in Europa", ha detto Maurizio Landini, ad Agorà su Rai3 aggiungendo che "in Italia stiamo producendo 300mila auto quando avremmo la capacità produttiva per 1,5 milioni di auto. Oggi è il momento di aprire una discussione a livello europeo".

 

Nella giornata di ieri, Stellantis ha provato a far desistere i lavoratori dallo sciopero affiggendo sulle bacheche aziendali di Mirafiori e Pomigliano alcuni volantini in cui si legge: "Stellantis siamo tutti e tutte noi. Con le polemiche non si risolve nulla. Capaci di competere con i migliori". Non è altro che un riassunto delle parole pronunciate da John Elkann al Lingotto, lo scorso mercoledì 16 ottobre, in cui l'erede di Gianni Agnelli ha evocato "lo spirito Fiat" affermando: "Noi conosciamo, e voi più di tutti, quale è la realtà: con le polemiche strumentali, i rancori, i protagonismi non si risolve niente. Non si costruisce nulla".