Carte bollate
Il pesto di Grillo: Conte gli toglie i 300 mila euro
Il fondatore del M5s disperato, il parere dell'avvocato gli provoca acidità: “Ti pago con il pesto?”. L'ex premier vince lo scontro in punta di diritto ancora prima di arrivare in tribunale
Chiede una consulenza all’avvocato, scopre che l’avvocato gli dà torto e come vuole pagarlo? Con il pesto, il basilico. Questo è Grillo che si rivolge al legale Sammarco (non è uno scherzo): “E se ti mando un po’ di pesto?”. L’ultimo Grillo è scotto. Giuseppe Conte gli toglie la consulenza da 300 mila euro, la manleva, tramite libro di Bruno Vespa, il cerimoniere d’Italia (anticipato ieri) e lui, il comico, l’elevato, corre a dire: “Non ci risulta”. Prima di finire a carte scoppiate con Conte, il Benedetto Croce della manleva, Grillo aveva chiesto il parere al maestro di Virginia Raggi. E il parere (eccolo) gli ha provocato acidità.
Grillo, in tribunale, contro Conte, rischia di perdere, e male. Pesto, pestato. Non paga l’avvocato Sammarco perché il suo parere non gli piace. Ora che l’ex premier minaccia di togliergli la consulenza da 300 mila euro, si viene a sapere come è realmente andata tra l’Elevato e l’avvocato Sammarco a cui aveva chiesto un parere legale, Oltre alle donazioni (“Ora organizziamo un crowdfunding, e ti paghiamo”, rispose Grillo a Sammarco; e lo aveva già scritto il Foglio) Grillo ha proposto di saldare il legale con il “pesto”. Cosa c’era scritto nel parere? Ve lo raccontano i grillini che ora chiamano il fondatore, “il vecchio nonno rompicoglioni”. Il simbolo? “Nel parere si ricorda che c’è una scrittura privata tra Grillo e il M5s, e Grillo si è impegnato a non contestare per quanto riguarda il nome”. Non solo. Si è fatto infinocchiare per benino. Avanti, avanti, spiega, caro grillino… “Il M5s può in futuro cambiare nome e Grillo non può dire nulla. C’era scritto anche questo”.
L’avvocato Sammarco fa l’avvocato e cosa comunica al nonno? “Che se fa causa non è per nulla detto che si riprende il simbolo. Anzi. Rischia di perdere soldi, manleva e di pagarsi tutte le spese. Grillo si è di fatto inibito il diritto. Inibito”. Parlate semplice. Vogliamo la traduzione dal contese all’italiano: “Che non può intraprendere azioni contro Conte. Sammarco gli aveva consigliato un’azione d’urgenza contro Conte, e però …”. E però? “L’avvocato Sammarco gli avrebbe spiegato che perdeva pure questa partita. Nulla da fare”. E perché? “Perché è impossibile sopprimere il diritto degli iscritti, la partecipazione democratica. Ancora peggio contestare le decisioni prese dal nuovo M5s”. Ma quanto sarebbe lungo questo parere? “Sette paginette con tanto di saluti cordiali”. Tipo? “A disposizione vostra. Tante cordialità. E non dimenticare che ci sarebbe pure la scrittura privata”. Quella che ha protetto Grillo dalle cause legali? “Proprio quella”. Ancora, ancora …
“Pagava il M5s ma era una manleva divina. Il M5s si impegnava a saldare qualsiasi perdita, spesa, perfino le sanzioni amministrative. In ogni grado di giudizio. Ma la manleva fa le pentole e i coperchi li fa Conte”. Conte che è il Benedetto Croce della manleva cosa inventa? “Ah, un capolavoro. Avete presente quelle paroline nelle bollette dove sta il segretuccio? Ecco. In quel documento dei documenti ci sarebbe scritto che la manleva vale solo se Grillo non si impegna a muovere contestazioni, inoltre non può neppure contestare il cambio del nome, altrimenti, zac”. Si può chiamare anche Movimento 5 pesto? “Eh, sì. Si è impegnato. Gli iscritti possono modificare il nome e lui deve tacere. Se si scioglie l’associazione, Grillo è kaputt”. Conte lo ha messo sott’olio? “E’ così lord che nella parte finale del documento avrebbe scritto: ‘Le parti concordano, in amicizia, ipotetiche vertenze’. Mai mettersi contro Conte. E’ capace di sedurre e mettere nel sacco pure Don Giovanni”. Pareri, scritture privatissime, manleve in padella, una lasagna di codicilli, Casaleggio che fa il maestrino e che dice: “Ne resterà solo uno”. Ps. Per scrivere questo pezzo è saltata la spesa. In frigorifero c’è solo il pesto. Data di scadenza “23 ottobre 2024”. Grillo, ti è avanzato un barattolino?