Editoriali
Orlando è il migliore candidato sindaco per il centrosinistra a Genova
Le regionali hanno indicato il nome che può battere la destra per il post Bucci
Nella conferenza stampa dopo la sconfitta di misura nei confronti di Marco Bucci, il candidato del centrosinistra Andrea Orlando ha detto due cose rilevanti. La prima è che in Liguria il centrodestra ha costruito un “sistema di potere forte e arroccato, che si è manifestato in tutta la sua potenza”. La seconda è che il risultato elettorale del centrosinistra deve “incoraggiare a proseguire una battaglia che è iniziata, non è finita, e che intendo portare avanti con determinazione: perché quello che è iniziato va sempre finito”. Le due considerazioni dovrebbero far aprire immediatamente una riflessione sulle elezioni comunali a Genova, che si terranno entro pochi mesi vista l’elezione alla presidenza della regione del sindaco Bucci. La scelta migliore per il centrosinistra sarebbe proprio Orlando. In primo luogo perché è riuscito a tenere unita una coalizione litigiosa che, in queste elezioni, a Genova ha battuto di 8 punti (18 mila voti) il sindaco in carica Bucci.
La candidatura di Orlando eviterebbe, quindi, mesi di nuovi litigi e scontri a sinistra sul perimetro della coalizione e la scelta di un nome che al momento non esiste. Questa situazione di caos, per giunta dopo la sconfitta alle regionali, renderebbe tutto più semplice per il vice di Bucci, Pietro Piciocchi, che è il nome favorito del centrodestra. Con Orlando in campo la macchina elettorale del centrosinistra non dovrebbe ripartire da zero, mentre l’ex ministro del Lavoro potrebbe da un lato scardinare il “sistema di potere” da lui evocato e dall’altro dare concretezza alla “battaglia” che dice di voler portare a termine. Indubbiamente, questa sua missione sarebbe più efficace a Palazzo Tursi rispetto alle altre alternative: guidare l’opposizione in regione o ritornare a Roma alla Camera. L’eventuale coabitazione tra Bucci alla regione e Orlando al comune, due persone pragmatiche, potrebbe produrre anche una dinamica istituzionale positiva per Genova e la Liguria: maggiore pluralità in modo da evitare incrostazioni di potere, ma senza che la dialettica politica paralizzi l’attività amministrativa.