Nuova commissione ue

L'audizione di Fitto a Bruxelles: “Non sono qui per rappresentare un partito ma l'Europa"

Il vicepresidente esecutivo designato della Commissione europea risponde alle domande degli europarlamentari: “Mi impegno a difesa dello stato di diritto. Immediatamente a lavoro per aiutare Valencia"

Redazione

Sono onorato che il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, mi abbia proposto come membro del futuro collegio dei commissari”. Lo ha detto Raffaele Fitto, designato vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario per la Coesione e le riforme, durante il suo discorso introduttivo nell' audizione di conferma al Parlamento europeo, in cui ha ringraziato la premier italiana e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Fitto è il primo dei nuovi sei candidati commissari designati a dover rispondere alle domande degli eurodeputati della commissione per lo sviluppo regionale (Regi), i quali dovranno valutarlo in base alle competenze, affidabilità e l'esperienza che garantisce. 

“Voglio essere chiaro: non sono qui per rappresentare un partito politico. Non sono qui a presentare uno Stato membro. Sono qui oggi per affermare il mio impegno nei confronti dell'Europa” prosegue, sottolineando la sua consapevolezza riguardo i requisiti imposti ai membri della Commissione dai trattati e dal codice di condotta: “Se sarò confermato, li rispetterò rigorosamente e agirò sempre nell'interesse esclusivo della nostra Unione e dei nostri cittadini. Sono anche consapevole che il ruolo di vicepresidente esecutivo comporta grandi responsabilità”.

La politica di coesione della prossima Commissione europea sarà “focalizzata sulle isole, sulle regioni remote e sulle aree rurali”, oltre che sulle aree urbane. “È molto importante – aggiunge – lavorare per un ruolo centrale dei territori, perché solo guardando le specificità possiamo comprendere quanto siano necessarie le scelte da mettere in campo. La politica di coesione deve dare risposte a queste nuove domande. Penso che insieme si possa fare un ottimo lavoro in questa direzione”.

“Nei prossimi cinque anni, l'Unione europea è chiamata a rilanciare la propria competitività, a rafforzare le nostre capacità di difesa e a difendere la nostra democrazia e i nostri valori” spiega il ministro uscente, sottolineando come il ragggiungimento di questi obiettivi rappresenti “una sfida collettiva per noi a tutti i livelli istituzionali”. La quale, però, sarà percorribile solo attraverso “una politica di coesione e di crescita rafforzata e modernizzata, con le regioni al centro”, contemplando una forte semplificazione: “Gli oneri amministrativi devono essere ridotti. La politica di coesione deve essere più flessibile. Allo stesso tempo, manterremo rigorosi metodi di monitoraggio e valutazione, per garantire trasparenza, responsabilità ed efficienza”.

Non manca la sua condivisione rispetto allinee guida di von der Leyen per la nuova Commissione sulle politiche climatiche, ma rimane "il tema del cambiamento del sistema economico e sociali e qui ci si deve adeguare ai nuovi scenari. La rigidità non ci porta da nessuna parte e infatti la discussione è sulla flessibilità”, ma comunque “nelle linee guida ci sono delle aperture alle esigenze di cui abbiamo bisogno e su quelle ci confronteremo”.

Fitto rimarca l'impegno di lavorare “per consentire agli Stati membri di realizzare le riforme previste dai Pnrr nazionali entro il 2026”. Il Recovery fund, prosegue Fitto, ha stimolato l'economia dopo la crisi della Covid: “Anche gli investimenti pubblici sono aumentati e i prefinanziamenti nell'ambito dello strumento hanno svolto un ruolo fondamentale nell'avviare la ripresa dell'Ue”.

"Se sarò confermato", promette il vicepresidente esecutivo designato della Commissione europea, "mi metterò immediatamente al lavoro per aiutare la regione di "Valencia", colpita dalle alluvioni nelle scorse settimane. L'Europa è "la nostra casa, unita nella diversità” e l'impegno è “lavorare insieme per il futuro del nostro continente”.

“Per la prima volta, la coesione e le riforme saranno sotto la stessa guida di altre politiche cruciali come l'agricoltura, i trasporti, il turismo, la pesca e l'economia blu” spiega Fitto, “in ognuno di questi settori, mi coordinerò per lavorare con lo stesso spirito europeo e per il bene della nostra unione e di tutti i nostri cittadini”. Ribadisce l'impegno nei confronti di “quasi 20 milioni di europei che vivono nelle regioni insulari, sui 5 milioni di persone che vivono nelle regioni ultraperiferiche e sulla fascia media delle zone rurali. Lo sviluppo demografico dell'Europa è una sfida importante che tutti noi dobbiamo affrontare”. 

Mentre sul rilievo di un europarlamentare socialista spagnolo, che ha sottolineato come il governo Meloni avrebbe centralizzato la gestione dei fondi europei riducendo il ruolo di Regioni ed enti locali come intermediari, il commissario alla coesione in pectore ha spiegato che “la riforma della coesione è stata approvata in Italia con il consenso della Commissione europea e dopo un confronto con Regioni e autonomie locali, con il parere favorevole dei sindaci e delle Regioni”. Le quali, insieme alle autonomie locali “restano il perno centrale delle politiche di coesione europee”, che dovranno essere “fondate sui luoghi” e sulle loro necessità. 

Interrogato dall'eurodeputata del M5S Valentina Palmisano – che aveva già avvertito che il voto sulla sua candidatura sarebbe stato negativo – riguardo i voti di astensione di Fratelli d'Italia nel Parlamento europeo sul Next Generation Eu nel 2020 e 2021, per Fitto riflettevano “una posizione di attesa”. Anche se “dopo l'esperienza fatta da ministro degli Affari Europei” con delega al Pnrr, “se dovessi votare domani mattina, quell'astensione sarebbe un voto favorevole”. In riferimento al suo lavoro come ministro in Italia, per il vicepresidente esecutivo designato il Pnrr italiano “è in linea con gli obiettivi prefissati”, come si evince anche dalla Corte dei conti europea, la quale “valorizza e valuta molto positivamente la revisione che l'Italia ha fatto l'anno scorso assieme alla commissione europea”. 

"Lo Stato di diritto è un valore fondante. Le previsioni della Carta dei diritti fondamentali, dei trattati e tutti gli strumenti di attuazione dello Stato di diritto mi vedono assolutamente d'accordo”. ha risposto Fitto all'eurodeputato dei Verdi Vladimir Prebilic, il quale si era detto "stupito" dall'impegno da lui preso "per il progetto europeo", considerando che come Fratelli d'Italia “avete votato contro diverse risoluzioni su Polonia e Ungheria” per la tutela dello Stato di diritto.  Ana Miranda Paz, del Bloque Nacionalista Gallego (il partito nazionalista galiziano di sinistra, all'interno del gruppo Verdi/Ale) durante l'audizione ha definito la carriera politica di Fitto come una “traiettoria di connivenza con il fascismo”, accusandolo anche di essere un esempio di "estrema destra ripulita", nonché di essere un "simbolo" del “riciclaggio" dell'estrema destra. “Se le do l'idea di un fascista faccia lei” ha ribattuto Fitto, “mi sembra che siano temi e argomenti lontanissimi da qualsiasi ipotesi reale, è una suggestione che sinceramente non riesco a cogliere”.

Riguardo la Moldova e le regioni ai confini dell'Ue che mirano all'adesione, oltre a quelle attualmente alle prese con la guerra di aggressione russa, la posta in gioco è alta: “Penso che in quei territori non si giochi una partita per i cittadini di quei territori, ma una partita di prospettiva, di democrazia, di difesa dei valori, e la politica da mettere in campo in quei territori è la politica europea. È fondamentale e decisivo poter dare una risposta chiara in questo senso”. Fitto ha inserito fra le sue priorità “la possibilità di attivare e usare bene i programmi europei per dare una risposta ai cittadini che vivono in quelle aree e per iniziare un dialogo sui punti fondamentali che devono essere attuati dai paesi che fanno parte del futuro ampliamento”.