Il discorso
Mattarella: "Ho promulgato leggi che ritenevo sbagliate, ma era il mio dovere"
Davanti a una platea di giovanissimi, il capo dello stato ha sottolineato l'importanza di rivestire il suo incarico con imparzialità. "Quando il sistema si blocca, il presidente interviene per rimetterlo in funzione"
"Più volte mi è capitato di promulgare una legge che non condivido, che ritengo sbagliata, anche inopportuna. Ma è stata approvata dal Parlamento e io ho il dovere di promulgarla”, a meno che “non rilevi evidenti contrasti con la Costituzione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo alle domande degli oltre mille studenti che hanno preso parte alle celebrazioni per i 25 anni dell'Osservatorio permanente giovani editori a Roma.
Non è la prima volta che il capo dello stato si esprime in questi termini. Già lo scorso marzo, in un discorso al Quirinale, aveva spiegato che “promulgare le leggi è un dovere, non c’entra condividerle”, sottolineando i doveri a lui imposti dalla carta costituzionale: “Sarebbe grave attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello stato”.
Secondo Mattarella, "la metafora dell'arbitro" è quella più adatta descrivere l'incarico che ricopre ormai dal 2015. "Non sempre sono popolarissimi gli arbitri" commenta, ma “la verità è che è una buona scelta perché esprime imparzialità". Il presidente della Repubblica “deve essere assolutamente al di fuori delle competizioni politiche e quindi accantonare i comportamenti conseguenti alle sue idee”, assumendo un ruolo che comporta “anche ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni nelle sfere in cui operano, riguardi questo il potere legislativo, esecutivo o giudiziario, secondo la tripartizione classica”.
Per tutti gli organi dell'ordinamento, "il contenimento nei propri limiti è fondamentale così come lo è il controllo degli organi imparziali che indicano e ricordano i limiti di ciascuno potere". E proprio quando questo meccanismo si blocca, il capo dello stato “interviene per aiutare a rimetterlo in funzione” spiega Mattarella, ricorrendo a un'altra similitudine: "In fondo interviene come un meccanico per riparare il sistema che si è inceppato. Questo è il compito del presidente della Repubblica”.
Mattarella esorta poi i ragazzi a confrontare le proprie idee e opinioni. "L'invito che viene da questa assemblea è 'dubita e dibatti'. Si tratta di un percorso che vi attende nella vostra vita in cui vi sarà prezioso lo spirito critico. Essere vigili custodi dei valori della nostra comunità, così ben riassunti nella nostra Costituzione”.