weekend di passione

Salvini stretto tra la lite con Vasco Rossi e la vittoria di Romeo in Lombardia: "La Lega torni a parlare al nord"

Redazione

Al congresso lombardo trionfa l'attuale capogruppo in Senato. Che accusa la linea del partito: "La svolta a destra non paga". Botta e risposta nel fine settimana tra il segretario del Carroccio e il rocker sul nuovo Codice della strada

Si è sempre professato un suo fan. Ma durante il weekend Matteo Salvini ha ricevuto diverse bordate da Vasco Rossi. Il rocker emiliano ha contestato duramente il nuovo Codice della strada varato sotto impulso del ministro dei Trasporti. Salvini "ha fatto in modo per il vostro bene che se avete fumato una canna anche una settimana prima e venite fermati potete essere arrestati immediatamente e vi viene ritirata la patente per tre anni. Questo il ministro Salvini ha deciso per il vostro bene di fare", ha ironizzato il Blasco. Al che, in collegamento ad Atreju, il leader della Lega gli ha voluto rispondere direttamente: "Vasco Rossi lo adoro come cantante. Tutti i tipi di droga fanno male. Vorrei che non si confrontasse con me, ma con i parenti di qualcuno che è morto coinvolto in un incidente stradale che ha visto come protagonista qualcuno che guidava sotto effetto di stupefacenti. Non c'è da ridere quando si parla di alcol e droga. Spero di andare a tanti altri concerti di Vasco, però è un Codice della strada che ha come unico obiettivo quello di salvare vite".

   

E' stato l'innesco alla ulteriore controreplica di Vasco Rossi. "Sono vicino anch'io (come tutti) ai parenti delle vittime di incidenti stradali causate da ubriachi o drogati al volante. Ma la nuova legge di Salvini non previene questo. Non salva nessuna vita! Punisce e arresta chi, perfettamente lucido al volante, può avere assunto cannabis o addirittura fumo passivo, anche nei giorni precedenti al momento della guida. Questo non è ridurre gli incidenti stradali, ma è fare propaganda sulla pelle delle persone e perseguitare una minoranza che non può difendersi. Io odio i bulli! Salvini forte con i deboli e debole con i forti", ha scritto sui social.

   

Ma il botta e risposta con l'artista emiliano non è stato certo il grattacapo principale per Salvini durante il fine settimana. L'attuale capogruppo leghista in Senato Massimiliano Romeo ha ufficialmente vinto il congresso della Lega lombarda, congresso che non si teneva da 8 anni per il rischio per il partito fosse scalato da personalità ostili. Durante la corsa è successo un po' di tutto. A un certo punto s'era fatta avanti anche l'ipotesi di far deporre le candidature di Romeo e del segretario Lega giovani Luca Toccalini (il terzo incomodo Cristian Invernizzi si è ritirato parlando di "congresso farsa"), a favore di una figura terza, ma poi Romeo ce l'ha fatta. E, nemmeno il tempo di festeggiare, subito ha usato l'occasione per una tirata d'orecchie alla linea impressa da Salvini al partito.

  

A Matteo Salvini "stiamo dando una opportunità. Rafforzarsi come leader del partito legittimato dal cuore della Lega, la Lombardia. Ma qualcosa deve cambiare nella linea: la svolta a destra non paga. Dobbiamo tornare a parlare ai territori. E la nostra regione deve essere valorizzata: per questo propongo una maggiore autonomia della Lega lombarda all'interno del partito", ha detto Romeo intervistato da Repubblica. "Senza i voti del Nord non si va da nessuna parte, questo riguarda me e noi tutti dirigenti del partito. C'è un campanello di allarme nella base e non possiamo dire ai militanti, quelli che si lamentano, che comunque di loro 'possiamo fare a meno'. Se li vogliamo ascoltare non è perché siamo contro Salvini".

 

Ma Romeo nella sua disamina mette in discussione la collocazione politica stessa del Carroccio, sempre più spostata a destra: "Alle persone non interessa molto di Trump o Orbán se poi non risolviamo i loro problemi. La destra è un campo occupato da Giorgia Meloni, al centro ci sono Forza Italia e i vari Calenda e Renzi. La gente vota l'originale, non le copie. Noi dobbiamo coltivare il nostro spazio politico storico, perché siamo il movimento del territorio, dei territori"

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