Editoriali
La Consulta non è “il popolo”. Interpretazioni poco chiare sull'inammissibilità del referendum
Da una parte c'è chi sostiene che la Corte abbia violato la libertà di scelta, dall'altra si pensa che adesso il governo sia nei guai. Strani giudizi populisti sulla bocciatura del quesito sull’autonomia differenziata
La decisione della Consulta di non ammettere il referendum sull’Autonomia differenziata, basata su una considerazione giuridica indiscutibile anche a causa del modo dilettantesco con cui era stato stilato il testo del quesito, ha ricevuto commenti che in qualche caso risultano sorprendenti. Massimo Villone, costituzionalista di estrema sinistra, scrive sul Fatto quotidiano un articolo in cui sostiene che la Consulta “viola la libertà di scelta”. La sua tesi è che il referendum era l’unico modo per far sentire la volontà del popolo, e che quindi doveva essere ammesso. La legge, invece, prevede che ci sia, appunto, il filtro della Corte costituzionale per stabilire se i quesiti rispettano le caratteristiche richieste, comprese quelle della chiarezza. Quel che era chiaro è che i proponenti volevano abolire non articoli di una legge ma un principio costituzionale, peraltro inserito proprio da una riforma del centrosinistra.
Nella premessa Villone spiega come la sentenza della Consulta sia un sostegno ingiusto e insperato al governo, ma su questo stesso tema un altro costituzionalista, Marco Benvenuti, in un’intervista a Huffpost sostiene l’esatto contrario: “Senza referendum, per l’autonomia e per il governo è un guaio”. In sostanza per Benvenuti la precedente sentenza della Consulta, che ha riscontrato ben 13 profili di incostituzionalità nel testo della legge, l’ha trasformata per il governo in “una pietra d’inciampo”, mentre un esito negativo del referendum avrebbe agevolato la maggioranza. Non è chiaro il perché, visto che con i problemi sollevati dalla Consulta il governo dovrà comunque confrontarsi. Come si vede, nei commenti prevale spesso l’intenzione di dare una lettura che evidenzia, o inventa, motivazioni politiche nelle decisioni della Consulta, il che porta letture forzate. La Corte ha riconosciuto che l’autonomia differenziata è prevista dalla Costituzione, dopo aver indicato persino puntigliosamente i paletti da rispettare in materia. Questi sono i fatti, e sono chiari, le interpretazioni, invece lo sono assai meno.