le dichiarazioni
Santanchè: "Dimissioni? Se me lo chiede Meloni, non ho dubbi"
"Sono una donna di partito", dice la ministra del Turismo, che smentisce le ricostruzioni dei giornali: "Non ho mai detto chi se ne frega del partito, ma chi se ne frega di chi mi critica". In FdI tuttavia, salvo poche eccezioni, sono sempre meno quelli disposti a difenderla. "La Russa? Lui non mi abbandonerà mai, è un amico".
"Sono una donna di partito ed è evidente che se il mio presidente del Consiglio mi chiedesse di dimettermi io non avrei dubbi", dice Daniela Santanchè. "I giornali possono scrivere quello che vogliono, anche quelli che non c'erano quando parlavo, ma non scrivere quello che non ho detto. Quanto letto oggi su alcuni quotidiani nazionali mi lascia basita. Ricostruzioni fantasiose di mie dichiarazioni che non hanno niente a che fare con me. È evidente che il pregiudizio di certa stampa non si ferma davanti a niente pur di creare una notizia alle spese della sottoscritta. Fortunatamente sono in possesso di una registrazione che dimostra quale sia la verità. Non ho mai detto chi se ne frega del partito ma chi se ne frega di chi mi critica".
La ministra del Turismo, rinviata a giudizio per falso in bilancio nella vicenda Visibilia, interviene per smentire le ricostruzioni di alcuni quotidiani. Colloqui che i giornalisti di Stampa, Corriere e Repubblica, hanno riportato questa mattina e in cui Santanchè continuava a difendersi, allontanando le dimissioni. "Io non faccio nessun passo indietro, non mi dimetto, l'ho detto chiaro. Ero innocente ieri, sono innocente oggi", le sue parole. Ma soprattutto si rivolgeva duramente anche al suo partito. "Le pressioni del partito? "Chissenefrega! Pazienza. Se per me si vuole cambiare il diritto e uno è già colpevole con un rinvio a giudizio, si accomodino". Dichiarazioni che secondo Santanchè sono solo il frutto dei pregiudizi sul suo conto. Ma che in ogni caso aiutano a comprendere quale sia il clima all'interno di FdI, dove sono sempre meno gli esponenti pronti a difenderla. Tra questi, Guido Crosetto e, dice ancora Santanché, Ignazio La Russa: "E' un mio amico, abbiamo un rapporto umano, ognuno nel rispetto del suo ruolo, lui come presidente del Senato, seconda carica dello Stato, io come ministro. Una cosa è certa: Ignazio non mi abbandonerà mai. Ma non come politica, come amica. In politica è molto difficile avere amici, io ho pochi amici. La Russa lo è".
Domani intanto la Cassazione deciderà sulla competenza territoriale di un'alta inchiesta a carico della ministra, quella che riguarda l'utilizzo dei fondi Covid e l'ipotesi di truffa all'Inps. Un rinvio a giudizio in questa sede, aveva detto Santanché pochi giorni, potrebbe cambiare lo scenario e portare al passo indietro. "Capisco le ricadute politiche". Ma nel frattempo la titolare del Turismo prova a resistere.
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