La pronuncia
Caso Visibilia e Santanchè: la procura chiede che la competenza resti a Milano
Tra stasera e domani mattina gli ermellini dovranno scegliere se mantenere il fascicolo a Milano o trasmetterlo a Roma davanti ai giudici di piazzale Clodio. Nel secondo caso il procedimento tornerebbe indietro, allungando l'attesa per l'eventuale rinvio a giudizio della ministra
È terminata l'udienza camerale dei giudici della Corte di Cassazione per stabilire la competenza territoriale del filone di indagine sul caso Visibilia nella quale è coinvolta, tra gli altri, la ministra del Turismo Daniela Santanchè. A suo carico pende l'ipotesi di truffa aggravata all'Inps (che si è costituita parte civile) in merito all'utilizzo della cassa integrazione nel periodo della pandemia. Nel dettaglio, i giudici decideranno se lasciare il fascicolo a Milano, oppure se trasferirlo alla procura di Roma, e la decisione è attesa tra stasera e domani e mattina.
Lo scorso 23 ottobre la gup di Milano Tiziana Gueli aveva riconosciuto la questione preliminare sollevata dalla difesa e rimandato per la decisione ai giudici di piazzale Clodio. In linea con le conclusioni dei legali dell’Inps, la procura generale della Cassazione ha sostenuto la competenza territoriale di Milano. Mentre di avviso opposto è la difesa della ministra Santanchè, rappresentata dall'avvocato Nicolò Pelanda, che ha ribadito in aula la convinzione che la sede naturale sia la capitale, “perché lì si trova il server dell'Inps e anche perché il primo versamento è intervenuto su un conto romano”.
Roma o Milano: tempi della giustizia diversi
La decisione sulla competenza territoriale apre a scenari diversi. Se il procedimento proseguisse davanti ai giudici di Milano, si procederebbe con l’udienza preliminare fissata davanti al gup il 26 marzo per decidere per un eventuale rinvio a giudizio. Qualora invece si scegliesse di trasmettere gli atti a Roma, dunque a piazzale Clodio, il procedimento tornerebbe indietro alla fase precedente alla chiusura dell'indagine, facendo slittare di diversi mesi la decisione sull’eventuale processo per la ministra.
Il caso Visibilia
Oltre alla ministra, rischiano il processo anche il compagno dell'esponente di FdI Dimitri Kunz D'Asburgo e Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie del gruppo Visibilia, e le due società Visibilia Concessionaria srl e Visibilia Editore spa. Complessivamente, l'indagine (coordinata dai pm milanesi Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi), coinvolge 13 dipendenti delle due società indagate, che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo - e quindi continuando a lavorare - causando un danno di oltre 126 mila euro versati dall'ente pubblico. I pm accusano Santanchè e gli altri soggetti coinvolti nell'indagine di aver “dichiarato falsamente” che quei dipendenti fossero in cassa “a zero ore”, nonostante svolgessero regolarmente le proprie mansioni in smart working.
Tutto è nato dalle dichiarazioni di Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia Editore, la quale aveva registrato le conversazioni con il compagno della Santanché. Kunz D'Asburgo, e aveva raccontato di aver continuato a lavorare quando, dal marzo 2020 fino a novembre 2021, era invece ufficialmente in cassa integrazione a zero ore nel periodo Covid. Stesso schema, secondo l'accusa, sarebbe stato replicato per altri sei ex dipendenti di Visibilia Editore e altri sei di Visibilia Concessionaria.
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