La guerra dei trent'anni
Crosetto: “Basta guerra tra politica e magistratura: serve un grande patto istituzionale fra poteri”
Immunità parlamentare, commissione di inchiesta sul lavoro dei magistrati e una grande intesa sul versante esecutivo e giudiziario. L'obiettivo è modernizzare le strutture dello stato “senza troppi drammi ideologici”, dice il ministro della Difesa
L'ambizione è quella di un “grande patto istituzionale” tra poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) per far cessare “la Guerra dei Trent'anni”, modernizzare le strutture dello stato e rendere l'azione del governo “più rapida, efficiente”. Lo ha spiegato al Corriere della Sera il ministro della Difesa Guido Crosetto, secondo cui, in assenza di un cambio di passo deciso, si rischia di lasciare l'Italia e l'intero Vecchio continente immobilizzati da “vecchi meccanismi”, mentre i nuovi paesi emergenti e gli Stati Uniti di Donald Trump avanzano con velocità.
Il cambio di prospettiva necessario al paese, per Crosetto, passa anche dalla magistratura. Ristabilendo ad esempio guarentigie come l'immunità parlamentare (ipotesi rispolverata da Forza Italia, su cui però Fratelli d'Italia si è detta subito contraria). “Lo dico io che non sono parlamentare e non ne usufruirei” ha affermato il ministro, “ma se la nostra Costituzione è considerata 'la più bella del mondo', perché quella (l'articolo 68, ndr) è l'unica parte che è stata cassata?". Oppure accogliendo, senza “troppi drammi ideologici”, l'istituzione di una commissione di inchiesta sul lavoro dei magistrati: “Non vedrei scandalo a tornare alla responsabilità civile. I giudici sono gli unici che, se sbagliano, non pagano dazio”.
Lo scontro con la magistratura è da legarsi a “pezzi di correnti che pensano che il potere legislativo ed esecutivo debbano essere sottoposti a una sorta di controllo e autorità morale che si sono auto-attribuiti, tenendo sotto scacco gli altri”. In questo scenario, il caso Almasri – su cui i ministri Nordio e Piantedosi oggi riferiscono in Parlamento – “è un piccolo pezzo del puzzle, pur clamoroso. Non esiste automatismo nell'iscrivere sul registro degli indagati un premier, ministri, un sottosegretario! Esiste sempre la possibilità del magistrato di valutare i fatti come deve”. Il potere che Crosetto teme è proprio quella capacità di mandare in frantumi la reputazione di una persona: “Migliaia di cittadini sono sottoposti alla gogna di indagini, magari anche di condanne che poi, dopo anni, finiscono in assoluzioni". Ma nel frattempo, la loro vita è stravolta. Da Berlusconi a Renzi, passando per Mastella, Calogero Mannino, Boschi: “Chi paga per loro? Perché il magistrato che ha fatto svolgere 500 intercettazioni incostituzionali all'onorevole Esposito può alzarsi e sventolare la Costituzione all'inaugurazione dell'anno giudiziario e il giorno dopo ricominciare a violarla?".
Sullo sfondo c'è il lavoro che il governo sta portando avanti sulla separazione delle carriere. Ma Crosetto avverte: “Mi preoccupo della possibilità che questa riforma possa creare 'caste' ancora più chiuse e forti, come dice Marcello Pera”. Ma il punto è un altro: “Può un governo avere il potere di decidere in fretta, stando al passo con i tempi, sempre più rapidi, delle scelte?”.
Un simile “immobilismo”, infatti, non si avverte nelle scelte politiche attuate dal nuovo presidente americano, specialmente sull'economia. A un possibile ritorno dei dazi nell'Unione europea, secondo Crosetto, non si risponde con altri dazi, ma con “una politica industriale comune, lavorando insieme su approvvigionamento di materie prime ed energia e sulla difesa comune”. Sburocratizzare è la parola d'ordine, ma anche aumentare la spesa per la difesa attraverso fondi che “vanno scorporati dal Patto di stabilità”. Pena, la totale irrilevanza sullo scacchiere.
Dello stesso avviso è anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che in audizione davanti alle Commissioni esteri di Camera e Senato ha affermato che sulla difesa europea, “il problema è lavorare e accelerare i tempi”, e che quella proveniente dagli Stati Uniti è“una sollecitazione giusta” sull'aumento delle spese militari, in modo da costruire e rafforzare il “pilastro europeo” nella Nato.
Chi di rifiuti ferisce...