Il discorso

"Sbarra interlocutore onesto. Basta visione tossica e conflittuale”. L'intervento di Meloni all'assemblea Cisl

Natalità e AI sono le sfide che il mondo del lavoro deve affrontare: “È necessario innovare il nostro modello economico e produttivo, rifondare la dinamica tra impresa e lavoro” dice la premier ringraziando il segretario uscente della Cisl

Redazione

“Sono qui per ribadire l'importanza che il governo attribuisce al confronto con i settori produttivi, con i territori, con i lavoratori e le imprese. Perché nessuno può avere da solo le risposte a tutte le domande, e saper ascoltare fa la differenza", Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento all'assemblea della Cisl all'Auditorium della Conciliazione di Roma. “Sono qui oggi per il profondo rispetto che nutro per una delle principali organizzazioni del lavoro della nostra nazione”, ha sottolineato la premier, ringraziando poi Luigi Sbarra, ormai alla sua ultima assemblea come segretario generale: “È stato un interlocutore franco, determinato, onesto” e “penso che abbia aiutato molto i lavoratori, perché il governo lo ha sempre ascoltato con grande rispetto”.

L'intesa tra la premier e il segretario non è mai mancata, neanche nei momenti di incomprensione. “Anche quando non siamo stati d'accordo con Luigi Sbarra – perchè abbiamo discusso – sapevamo che avevamo di fronte qualcuno a cui interessava il bene dei lavoratori, non semplicemente il bene dell'organizzazione che rappresentava, o addirittura il bene di una parte politica”. 

 

Ai tempi dell'insediamento del governo, nel 2022, “si diceva che non saremmo riusciti a confermare il taglio del cuneo previsto dal governo precedente: le cose non sono andate così”. Meloni ha ricordato infatti il taglio fino a 7 punti previsto per il cuneo, prima contributivo, poi fiscale: “Lo abbiamo confermato, lo abbiamo fortemente potenziato, lo abbiamo reso strutturale. Era una rivendicazione del sindacato”.  In particolare, proseguendo sulle novità dell'ultima legge di Bilancio, per i benefici destinati a circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra i 35 e i 40 mila euro annui, “abbiamo ottenuto che fossero banche e assicurazioni a concorrere alla copertura di questi provvedimenti”. Un netto cambio di passo rispetto ai tempi in cui “i proventi delle tasse dei lavoratori venivano utilizzati per sostenere banche e assicurazioni senza che nessuno per questo invocasse la rivolta sociale”, ha spiegato la premier, alludendo al tema più volte richiamato da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. 

 

Tra le sfide future più urgenti da affrontare c'è quella dell'inverno demografico: “In 20 anni noi abbiamo perso 2,2 milioni di lavoratori under 35 e sono invece raddoppiati i lavoratori over 50”. Un simile scenario fa emergere diversi problemi, specialmente sulla lunga distanza. “Sono fiera di poter dire che questo è un governo che ha dato finalmente alla questione della natalità la centralità che merita”, ha dichiarato la premier, ricordando l'introduzione di “un pacchetto di interventi concreti che noi stiamo via via implementando, senza anche però rinunciare a promuovere una nuova diversa cultura della natalità, far passare il messaggio che un figlio che nasce è sempre un segno più e non è mai un segno meno”.

Si aggiunge poi il rischio tecnologico legato all'intelligenza artificiale. Stiamo andando “verso un mondo nel quale sempre più lavoratori rischiano di non essere necessari. Oggi è l'intelletto che rischia di essere sostituito” ha proseguito Meloni, mettendo in guardia dall'"impatto enorme, potenzialmente devastante" dell'AI "anche sui lavoratori più qualificati, con una ricchezza che rischia di concentrarsi e di verticalizzarsi sempre di più se noi non governiamo questo processo. E siamo già in ritardo”. 

Per affrontare le sfide che il mondo del lavoro è chiamato a gestire, “è necessario innovare il nostro modello economico e produttivo sapendo coniugare sussidiarietà e crescita”. Il che significa, ha aggiunto Meloni, “rifondare la dinamica tra impresa e lavoro, superando una volta per tutte quella tossica visione conflittuale che, anche nel mondo del sindacato, qualcuno si ostina ancora a sostenere". 

Obiettivi in cui il sindacato guidato da Sbarra si è rivelata essere interlocutore di riferimento. Motivo per cui “abbiamo sostenuto la proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa che la Cisl ha promosso”, diventata il testo base in discussione al Parlamento. L'approvazione di questa misura, ha proseguito la premier, “ci permette di dare finalmente attuazione 77 anni dopo all'articolo 46 della Costituzione”. 

Di più su questi argomenti: