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Fenomeno in crescita
Antisemitismo in Italia: nell'ultimo anno raddoppiano i casi. Cresce soprattutto l'odio online
Su 877 episodi riportati nel 2024, ben 600 sono avvenuti in rete. Crescono diffamazioni e insulti, ma anche minacce e aggressioni fisiche. L'ideologizzazione dei più giovani passa anche attraverso l'intelligenza artificiale. Il report dell'osservatorio del Cdec
Su di 1.384 segnalazioni nel corso del 2024, 877 sono stati classificati come episodi di antisemitismo. Sono i dati dell'ultima relazione annuale sull'antisemitismo raccolti dall’osservatorio del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec), diretto dallo storico Gadi Luzzatto Voghera. I numeri dell'ultimo anno sono quasi il doppio rispetto a quelli registrati nel 2023 (454), che già costituivano un picco mai raggiunto da quando - nella seconda metà degli anni ’60 - il settore antisemitismo del Centro ha iniziato la sua attività di catalogazione e studio di atti e discorsi contro gli ebrei. Evidente anche il balzo rispetto al 2022, in cui gli episodi rilevati erano 241.
Non era mai accaduto di rubricare un numero così elevato di episodi nel corso di dodici mesi. "Questa crescita non è un fenomeno isolato, ma si lega all’impetuoso aumento di atti contro gli ebrei rilevato a livello globale dopo il 7 ottobre 2023” si legge nella relazione, da cui emerge quanto il conflitto in medio oriente abbia generato anche in Italia “un clima di accettazione sociale per i pregiudizi e gli stereotipi contro gli ebrei come non si viveva dalla fine della seconda guerra mondiale”.
Diffamazione e insulti sono i casi più frequenti fra gli atti antisemiti riportati. Si tratta dunque di invettive, pregiudizi e stereotipi antisemiti riportati sia in presenza che online, attraverso post offensivi sui social network. Ma nell'ultimo anno si registrano aumenti considerevoli di minacce a persone ed istituzioni ebraiche (o ritenute tali), e casi di discriminazione e persino delle aggressioni fisiche. Fra gli atti di vandalismo più gravi spunta la dissacrazione dell’unica tomba ebraica di un cimitero ( avvenuto Zinola, provincia di Savona) la deturpazione di simboli della Shoah in nome dell’antisionismo e alcune svastiche tracciate nei pressi di case abitate da famiglie ebraiche.
Complessivamente, si osserva nella relazione, il 2024 conferma quanto emerso nel 2023: “Il forte radicamento dell’immaginario antisemitico nella società italiana, pronto a riattivarsi nelle sue forme più estreme quando lo Stato di Israele viene coinvolto”. Il problema riguarda l'intera società, “ma la denuncia del fenomeno viene demandata principalmente agli ebrei”.
L'incremento dell'antisemitismo in rete
Gli atti antisemiti accaduti materialmente (“nel mondo reale”) ammontano a 277, mentre i restanti 600 episodi sono avvenuti online. Questi ultimi sono in netto aumento rispetto a quelli del 2022 (in cui se ne contavano 164), e del 2023 (259). A differenza degli anni precedenti, prosegue la relazione, “l’argomento polemico maggiormente impiegato sui social è stato l’antisemitismo legato allo Stato di Israele, nelle sue varie sfumature (dall’estremismo salafita, all’odio neonazista e dell’estrema sinistra)”. In particolare, nell'ultimo anno c'è stato un massiccio uso di hashtag e degli slogan antisemiti, oltre un contestuale aumento delle molestie nei confronti degli utenti e delle comunità ebraiche, accompagnato dalla glorificazione del terrorismo di Hamas e Hezbollah. Rispetto al 2023, l’osservatorio ha registrato un incremento di 2.8 punti percentuale delle minacce online (su tutte, l'incitamento allo sterminio del popolo ebraico, auguri di morte e malattie) ad enti e utenti ebrei o ritenuti tali (62 episodi, contro 19).
Preoccupa la progressiva ideologizzazione delle nuove generazioni, “esposte quasi esclusivamente a prospettive conformi alle proprie convinzioni”. Questo fenomeno, noto come echo chamber (o camera dell’eco), “crea un ambiente informativo autoreferenziale” secondo l'osservatorio, e “la conseguente rarefazione del confronto con idee divergenti rischia di consolidare visioni monolitiche del mondo, con potenziali ripercussioni critiche sul dibattito pubblico e sulla coesione sociale”. A peggiorare lo scenario pesa la crescente normalizzazione dei discorsi d’odio e l’inefficacia del fact-checking, che alimenta la disinformazione fino a “rafforzare ulteriormente le proprie convinzioni”.
Fra le pratiche documentate dall'osservatorio nell'ultimo anno c'è il doxing. Tendenza diffusa negli Stati Uniti che consiste nel ricercare, raccogliere e diffondere informazioni personali su individui o gruppi di ebrei o ritenuti tali, senza il loro consenso. Liste di proscrizione antisemite che hanno coinvolto anche alcuni membri della stessa Fondazione Cdec. Ma anche l'intelligenza artificiale sta emergendo come uno strumento utilizzato anche per la creazione e la diffusione di contenuti antisemiti, amplificando la portata della propaganda d’odio: "Gli algoritmi vengono impiegati per generare testi, immagini e video che distorcono la storia per diffondere teorie del complotto e rafforzare stereotipi discriminatori".