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editoriali

La necessaria convergenza istituzionale oltre la Consulta

Redazione

Dopo l'elezione dei giudici, maggioranza e opposizione continuino a dialogare. I temi non mancano: dalla collocazione internazionale alle alleanze, dalla lotta alle mafie a quella contro le infiltrazioni terroristiche 

L’accordo trovato, seppure dopo tanto tempo, per l’elezione dei quattro membri della Corte costituzionale di competenza parlamentare, è comunque un segnale di una ripresa di dialogo tra maggioranza e opposizioni sulle questioni istituzionali. Ci sono materie, su alcune delle quali è richiesta una maggioranza qualificata, che debbono essere affrontate con uno spirito di convergenza repubblicana, il che non contraddice la competizione. Ci sono altri terreni sui quali sarebbe utile che maggioranza e opposizioni cercassero di raggiungere intese, il che implica un reciproco riconoscimento dei ruoli. C’è da definire la governance del servizio pubblico televisivo, ad esempio.

Ci sono poi altre questioni sulle quali è utile che la posizione italiana mantenga una sua coerenza indipendentemente dall’avvicendarsi delle formazioni di governo, a cominciare dalla collocazione internazionale e dalle alleanze. Il ruolo dell’Italia nell’Alleanza atlantica è sempre stato confermato da tutte le maggioranze, è stata anzi la condizione prima per la partecipazione del Psi al centrosinistra e poi del Pci nella maggioranza di compromesso storico. In sostanza, non ci sono differenze rilevanti tra la maggioranza e la principale opposizione, quella del Partito democratico, nella conferma dell’impegno atlantico, che è una scelta che prescinde anche dal giudizio sulla presidenza americana.

Naturalmente ci sono anche altri temi, dalla lotta alle mafie a quella contro le infiltrazioni terroristiche provenienti soprattutto dall’estero, sui quali in realtà la convergenza istituzionale non è mai venuta meno, anche quando su qualche episodio specifico ci sono state polemiche politiche, che però non mettono in discussione l’impegno unitario a sostegno dei queste battaglie di autodifesa della democrazia. Anche per questo non è insensato sperare che la comune assunzione di responsabilità istituzionale dimostrata nel voto sulla Consulta, si rafforzi e si estenda anche alle altre tematiche.

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