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Foto LaPresse
Editoriali
La saggezza del Colle nel non rispondere ai russi. Ma il resto della politica lo faccia
Gli attacchi del governo russo a Mattarella non hanno alcun fondamento, ma è solo una squallida manovra propagandistica. Di fronte al quale è bene che le autorità politiche, di maggioranza e di opposizione, facciano sentire la loro voce. E’ una questione di dignità nazionale e ancor più una questione di rispetto della verità
I ripetuti attacchi del governo russo al presidente Sergio Mattarella non hanno alcun fondamento: chi ha letto il discorso di Marsiglia sa bene che il ragionamento lì svolto puntava a spiegare come dare risposte nazionalistiche e militari alle difficoltà che nascono da crisi economiche globali (come accadde alla Germania dopo la crisi del ’29) porti a destabilizzazioni che poi si esprimono in aggressioni, come quella messa in atto ora contro l’Ucraina. Non c’è stata equiparazione fra il Terzo Reich e la Russia, come insiste a sostenere Mosca, che arriva al ridicolo di fingere che Mattarella non sappia che l’Italia fascista collaborò con il nazismo nell’aggressione alla Russia nel 1941. Questo voluto fraintendimento serve a costruire una tesi propagandistica: la Russia fu aggredita dal Terzo Reich e con la sua controffensiva salvò il mondo dal nazismo, così come oggi combatte contro quello che ha definito, assurdamente, il governo “fascista” di Kyiv. Da lì a dipingere la limpida figura di antifascista e di democratico di Mattarella come un epigono delle dittature reazionarie il passo è breve, aggiungere minacce di “conseguenze” completa la falsificazione e mostra il solito atteggiamento prepotente e aggressivo.
La presidenza della Repubblica ha deciso di non rispondere a queste provocazioni, nella consapevolezza che chiunque sia in grado di vedere quanto siano insensate. E’ bene che invece le altre autorità politiche, di maggioranza e di opposizione, facciano sentire la loro voce esprimendo non solo la solidarietà e l’apprezzamento al capo dello stato ma anche la ripulsa della squallida manovra propagandistica. E’ una questione di dignità nazionale e ancor più una questione di rispetto della verità, che è giusto coinvolga tutti, perfino quelli che non hanno condannato con la necessaria energia l’aggressione russa all’Ucraina, a dimostrazione di una saldezza delle istituzioni nazionali che reggono agli attacchi infondati e insolenti con la concordia, che ovviamente in una democrazia non cancella le differenze e anche i contrasti politici.
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