Il flash mob
Conte si trincera dietro le bollette. Mattarella, Ucraina, difesa europea: no comment
Il presidente del Movimento 5 stelle organizza un flash mob davanti a Palazzo Chigi: attacca il governo, ma sui temi di giornata cala il silenzio. A parlare sono i suoi deputati, ma la toppa è peggio del buco. Ritorna il connubio gialloverde
Giuseppe Conte non risponde. In una giornata densa di temi, di dichiarazioni e di questioni importanti nel dibattito pubblico, il presidente del Movimento 5 stelle si trincera dietro a uno scarno flash mob sulle bollette davanti a Palazzo Chigi – sempre sui rincari dell'energia ha convocato una manifestazione ancora da definire – ed evita le domande dei cronisti. Il copione è stato scandito così: l'ex premier è uscito da Montecitorio, insieme al suo gruppo parlamentare ha camminato fino a piazza Colonna (questione di qualche metro), ha srotolato uno striscione con su scritto "L'Italia è in bolletta, Meloni dove sei?", ha fatto una dichiarazione e si è negato alle domande dei giornalisti presenti.
Le parole del suo deputato Riccardo Riccardi sul presidente della Repubblica Sergio Mattarella? Nessuna risposta. Un commento sull'Ucraina dopo il vertice di Parigi e i negoziati di Riad? No. Un chiarimento sulle politiche europee, a partire dalla difesa, dopo le parole di oggi di Mario Draghi? Silenzio. "Meloni dice solo 'vedremo, faremo', li incalzeremo in ogni modo. Gli italiani stanno soffrendo", ha solo detto davanti ai microfoni di cronisti e agenzie. Alla fine del punto stampa, l'ex premier si è voltato, ha fatto un cenno con la mano per indicare di aver finito e poi, insieme ai suoi, è si è incamminato verso la Camera, di nuovo, in silenzio.
"Il flash mob è riuscito", dicono i deputati del M5s. Il tutto è durato meno di cinque minuti. A partecipare all'iniziativa c'era anche Riccardo Ricciardi, anch'egli in silenzio: non ha rilasciato nessuna dichiarazione per aggiustare il tiro dopo le parole rivolte al capo dello stato. Anzi, poco dopo la parata, il capogruppo alla Camera del M5s è stato ospite a Tagadà, dove ha ribadito quanto espresso ieri: "È surreale che sia stato fatto un caso per le parole del Movimento per una critica su un passaggio del discorso di Mattarella che, ribadisco, noi non avremmo fatto. Questa logica del 'Putin come Hitler' ha protratto una guerra che ora sta arrivando a una trattativa. Andrebbe chiesta scusa a tutte quelle persone che, come noi, sono state ingiustamente bollate come filo putiniane solo per avere opinioni diverse. Se si fosse seguito l'indirizzo che stiamo indicando da anni, si sarebbero salvate migliaia di vite ucraine".
Nel pomeriggio a parlare è stata anche la deputata Vittoria Baldino: "Solidarietà pienissima al nostro presidente Mattarella anche e soprattutto per il ruolo importante che sta svolgendo in Italia. Di fronte ad attacchi e minacce nemmeno tanto velate di questo tipo tutti dobbiamo fare quadrato attorno al capo dello stato. Detto questo, il paragone tra l'invasione in Ucraina da parte della Russia e il Terzo Reich l'ho trovato francamente un po' forzato. Ma non ho avuto modo di ascoltare tutto il discorso del presidente e non so quindi se magari quella frase è stata estrapolata dal contesto", ha detto. E sulle parole di Draghi di stamattina, invece: "Ritengo sinceramente che l'Europa si sia svegliata troppo tardi e fuori tempo massimo".
Le toppe messe dai deputati del Movimento alla fine forse sono peggio dei buchi lasciati da Conte e dal suo silenzio. Silenzio che si fa ancora più eloquente se accostato a quello di Matteo Salvini, suo ex alleato di governo e segretario della Lega, l'altro partito che è stato spesso molto timido nel condannare le interferenze russe nel nostro paese. Connubio gialloverde.
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