Il non-commento

Il silenzio di Salvini sugli attacchi della Russia a Mattarella: “Il presidente si ascolta, non si commenta”

Il leader leghista non prende posizione a proposito delle parole del capo dello stato criticate dalla portavoce del Cremlino. La solidarietà, timida, del Carroccio passa dalle dichiarazioni di Formentini e Candiani

Redazione

"Il presidente si ascolta e non si commenta”. Alla fine sono queste le uniche parole che Matteo Salvini ha espresso a proposito delle dichiarazioni del capo dello stato, Sergio Mattarella, contro cui si è scagliata la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova. “Spero che non ci sia nessuno men che meno nella nostra Europa che non voglia far finire la guerra e spero che nessuno si metta di mezzo se Putin e Zelensky grazie a Trump o insieme a Trump troveranno un accordo", ha proseguito il vicepremier parlando con i giornalisti a margine di una visita ai cantieri del Terzo Valico di Genova: "Spero che la guerra finisca il prima possibile in Israele, in medio oriente, tra Russia e Ucraina, così come negli altri teatri di guerra, perché sarebbe un vantaggio per tutti, per i russi, per gli ucraini, per gli europei”. 

Il non–commento del segretario della Lega rompe un silenzio che dura da venerdì 14 febbario, giorno in cui la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha bollato come “invenzioni oltraggiose e blasfeme” le parole pronunciate dal capo dello stato a Marsiglia il 5 febbraio. In quell'occasione Mattarella ha ricordato il clima di conflitto in cui si è sviluppato il progetto del Terzo Reich in Europa nel secolo scorso, riportando poi la questione all'attualità: “L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”.

 

A difesa di Mattarella sono intervenuti tutti i leader politici del governo, tranne appunto il vicepremier e capo della Lega. Il suo partito in passato aveva siglato un intesa con Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, e lo stesso Salvini non ha fatto mistero delle sue simpatie per Putin. Così, il Carroccio ha affidato a Paolo Formentini, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, il suo stringato commento: “La Lega era, è e sarà sempre in difesa della sovranità nazionale: ribadiamo la solidarietà al presidente”. Poi, ieri, il deputato leghista Stefano Candiani ha preso la parola in Aula alla Camera: “Non può che esserci il sostegno della Lega al presidente della Repubblica e la vicinanza a Mattarella per l'attacco ricevuto, ma è anche dovere ricordare che il patrimonio nazionale lo si difende tutti insieme e non bisogna cadere nelle provocazioni e neanche farle”. 

Salvini, invece, ha preferito non commentare. Analogamente a quanto accaduto nel febbraio 2024, quando Mattarella –in merito agli scontri di Pisa che hanno coinvolto diversi studenti delle scuole superiori– ha telefonato al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi facendo presente che “l'autorevolezza delle forze dell'ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni”. Tema a cui Salvini ha deciso di sottrarsi utilizzando gli stessi termini di oggi: “Le parole del presidente si leggono ma non si commentano”, concludendo poi che “chi mette le mani addosso a un poliziotto o a un carabiniere è un delinquente”.