(foto Ansa)

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L'Italia pronta a salire al 2,5 per cento del pil per la Difesa: ecco il piano del governo

Redazione

Si aspetta l'ok di Bruxelles allo scorporo delle spese militari dal Patto di stabilità. La spesa in armi potrebbe salire di circa 20 miliardi, come chiede la Nato

L'Italia è pronta a fare la sua parte, aumentando le spese militari come le chiedono di fare Nato e Stati Uniti. O almeno, è questa l'intenzione del governo, che vorrebbe portare la spesa in armamenti al 2,5 per cento del pil, un aumento di un punto percentuale visto che adesso circa l'1,56 per cento del prodotto interno lordo finanzia la nostra Difesa. Una spesa che l'Alleanza atlantica, a maggior ragione con l'amministrazione Trump negli Usa, giudica insufficiente. Da qui l'appello a diversi alleati, tra cui Roma, a raggiungere almeno il 2 per cento del pil. L'ambizione del governo, però, è sfruttare la particolare congiuntura a livello europeo per salire ancora di più nei parametri per le spese difensive.

Come racconta un'anticipazione del Corriere della Sera, il governo sta aspettando la ratifica, a livello europeo, dello scorporo delle spese militari dal Patto di stabilità. Uno strumento che potrebbe allargare le maglie d'intervento dei 27 paesi membri dell'Ue. E che soprattutto per l'Italia rappresenterebbe un'occasione per maggiori investimenti nel settore. La decisione sarà affrontata a partire dal Consiglio europeo della prossima settiama, e dovrebbe arrivare in via definitiva entro il prossimo mese. 

Fatto sta che, a livello di cifre, un aumento di un punto percentuale di pil in Difesa varrebbe all'incirca 20 miliardi di euro. Soldi che possono essere messi per integrare i sistemi e le missioni a guida Nato. Come chiesto a gran voce dagli esponenti dell'Alleanza atlantica, non ultimo l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nuovo presidente del comitato militare della Nato. 

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