
(Ansa)
dopo il cdm
Le elezioni amministrative si terranno il 25-26 maggio. Referendum e ballottaggi l'8-9 giugno
Potranno votare anche i fuori sede. Magi, tra i promotori del referendum sulla cittadinanza, protesta: “Avevamo richiesto che ci fosse l’abbinamento con il primo turno delle comunali, il governo ha paura del voto"
Il Consiglio dei ministri ha dato ieri il via libera al decreto elezioni. Il primo turno del voto per le amministrative si svolgerà in due giorni: 25 e 26 maggio. Il secondo turno sarà l'8-9 giugno, accorpato al voto per i referendum.
Andranno al voto 124 comuni. I referendum sono cinque, quattro promossi dalla Cgil sul lavoro e uno sulla cittadinanza. I quesiti sul lavoro riguardano: l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act, la cancellazione del tetto d’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, l’eliminazione di alcune norma sull’utilizzo dei contratti a termine e l’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni di lavoro. Il referendum sulla cittadinanza, invece, propone di dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992.
Principale promotore del referendum sulla cittadinanza è il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, “I referendum si terranno l’8 e il 9 giugno e la scelta di questa data da parte del governo dimostra tutta la paura che l’esecutivo ha per il voto, perché tra le due possibilità è stata scelta quella più sfavorevole alla partecipazione popolare”, ha detto Magi parlando ai cronisti. “Noi avevamo richiesto che ci fosse l’abbinamento con il primo turno delle amministrative, quindi referendum day con il 25-26 maggio". Magi inoltre incontrerà lunedì Giampaolo Rossi, amministratore delegato Rai "per cominciare a porre la gravissima questione dell’informazione ai cittadini sul referendum. Abbiamo poco più di 80 giorni per rompere il muro del silenzio"
Quanto alla possibilità di voto per i fuori sede, il giudizio è diverso. "Ovviamente la strada è in salita ma noi sapremo difendere il voto degli elettori, anche degli elettori fuori sede perché una notizia positiva c’è, ed è un successo parziale rispetto alle nostre richieste e anche alle nostre lotte di questi anni: il voto fuori sede, da quello che abbiamo letto, sarà garantito anche per i lavoratori e non solo per gli studenti. E' un importante passo in avanti”.
Nella relazione illustrativa, allegata al provvedimento del governo, viene specificato che "la norma rappresenta un seguito rispetto alla prima introduzione sperimentale nel 2024 di una disciplina volta a consentire l'esercizio dell'elettorato attivo fuori dal comune di residenza, sia pure limitato esclusivamente agli studenti fuori sede, per le elezioni del Parlamento europeo". Verrà quindi riutilizzato il sistema di giugno 2024, ma allargato anche ai lavoratori e a chi si trova fuori dal comune di residenza per motivi di cura. Coloro, quindi, che vivono in una città diversa dalla propria per un periodo di almeno tre mesi, in cui ricade la data di svolgimento del referendum, possono richiedere l'ammissione al voto nel comune di temporaneo domicilio "entro il termine di 35 giorni prima della data prevista per la consultazione referendaria e possono revocarla entro il termine di 25 giorni prima della medesima data".